di Barbara Isidori

PERUGIA - Uno sciopero generale per cambiare, segnare una svolta, rimettere al centro il tema del lavoro e fermare la mancanza di politiche da parte del governo a sostegno dell’economia. Sono questi i temi che si pone la CGIL per lo sciopero del 6 maggio prossimo. Lo scenario del mondo del lavoro è inquietante e serve qualcosa per riaffermare un’idea di cambiamento. In tutta Italia così come sarà in Umbria. “La CGIL non si rassegna alle attuali condizioni economiche, sociali e morali in cui versa il Paese. Per questo è stato proclamato lo sciopero generale del 6 maggio”. A parlare è Vincenzo Sgalla, attuale segretario generale della Camera del Lavoro di Perugia. “I problemi dell’Italia sono sotto gli occhi di tutti ed è evidente come sia necessario costruire politiche e risposte diverse da quelle attuali” ha continuato.

Servono soluzioni immediate per un mondo del lavoro sempre più in crisi, per una situazione a cui il Governo sembra non possa o non voglia risanare. “Le difficoltà stanno interessando da tempo ormai anche l’Umbria. C’è un aumento di oltre il 100% annuale della cassa integrazione in deroga e la crisi sta investendo non solo i settori tradizionali ma anche quelli del commercio e dei consumi, due ambiti in cui i lavoratori hanno meno protezione” ha aggiunto Sgalla “Senza considerare che la particolare composizione del settore industriale umbro, piccole o piccolissime aziende a conduzione familiare poco vocate al commercio esterno, soffre molto più degli altri”.

Ecco che allora lo sciopero diventa imprescindibile per riaffermare i propri diritti e reclamare una maggiore attenzione da chi sembra non averne. “In Umbria la manifestazione del 6 maggio si svolgerà a Terni, punto emblematico della crisi, e vedrà tutte le categorie di lavoratori sfilare da Piazzale della Rivoluzione francese alle ore 10.00 fino a Piazza Tacito. Da Perugia partiranno oltre 40 pullman per prendere parte al corteo” ha commentato Sgalla “Perugia quindi parteciperà in maniera organica perché altrettanto colpita dalla crisi, in particolare nei settori della grafica e dell’agricoltura e nello specifico per quanto attiene al tabacco nell’Alta Valle del Tevere”.

Non solo. Perugia soffre la mancanza di politiche attive del lavoro. Quello che accade ne è la più palese dimostrazione. “Crisi aziendali strutturali come quella della Merloni, della Piselli o di altre imprese che stanno mergendo nell’ultimo periodo ci fanno capire che è tempo di pensare di cambiare” ha commentato ancora il segretario della Camera del Lavoro “I settori legati alle infrastrutture e all’edilizia nonostante la promessa del rilancio del settore sono in stallo. Basta pensare alla manifestazione congiunta di datori di lavoro e lavoratori contro il Governo per capire”.

Ecco perché il 6 maggio sarà una giornata importante. Per far sentire la propria voce. “Lo sciopero è indispensabile e mi chiedo come mai gli altri sindacati come CISL e UIL non ne sentano la necessità” ha commentato “Noi come CGIL ci sentiamo in dovere di scioperare perché siamo arrabbiati e vogliamo dimostrare in Umbria, come faranno nel resto del Paese, che c’è una parte di cittadini che considera la crisi passibile di cambiamento. Si possono e si devono trovare scelte diverse per dare risposte concrete alle domande del lavoro. La CGIL vuole cambiare e per questo si è adoperata per fare proposte alternative come la maggiorazione della tassazione dell’1% dei redditi superiori a 800 mila euro. Un modo per procurare risorse importanti per rilanciare alcuni settori. Il governo però ha detto che non si può”.

Bisogna portare all’attenzione generale il tema del lavoro. Ridando dignità e capacità di decisione agli attori principali. “Servono regole condivise per arrivare ad un rinnovo del contratto dei lavoratori. Nel nostro prossimo direttivo discuteremo su come ridare maggiore democrazia e rappresentanza nel proprio luogo di lavoro. Non si va avanti imponendo ai lavoratori delle regole senza nessun margine di discussione” ha concluso Vincenzo Sgalla.
 

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