C. Castello in sciopero il 6 maggio/ Intervista al segretario CGIL Piergentili
di Enrico Bocciolesi -
Oramai siamo a ridosso dello sciopero generale di venerdì 6 maggio, anche a Città di Castello ci saranno movimenti di protesta, ma quale sarà il motto che li unirà?
“Lavoro e diritti unirà tutti, poiché questo territorio è uno dei luoghi dell'Umbria con un’alta presenza di aziende manifatturiere, dove la crisi sta colpendo in maniera pesante e dove ci può essere la tentazione di uscirne abbassando i diritti e togliendo le tutele”.
I tagli indiscriminati del governo hanno prodotto l'aumento del divario tra lavoratori e precari, quali possibili alternative e soluzioni possiamo ipotizzare almeno a livello locale?
“I lavoratori precari giovani e donne sono stati i primi che hanno pagato pesantemente gli effetti della crisi, anche perché le aziende hanno lasciato a casa questi soggetti che per effetto dell'allargamento dell'area della precarietà, dovuta alle anche alle scelte del Governo si è estesa. In questo periodo anche grazie all’azione dei precari si sono diffuse alcune tutele quali la cig in deroga, con accordi regionali per gli addetti che lavorano in aziende sotto i 15 dipendenti, l'iscrizione alle liste di mobilità non retribuita per alcuni soggetti prima non possibile, ma è chiaro che ancora c'è da conquistare un sistema universalistico di ammortizzatori sociali, come proposto dalla CGIL”.
Le singole occasioni di sciopero e manifestazioni di dissenso verso un lavoro che non c'è ne aumenteranno l'eco e la visibilità a livello nazionale, qual è il messaggio che si vuole far giungere?
“Veniamo da un ventennio dove si è svalutato il valore del lavoro e delle lotte dei lavoratori e delle lavoratrici. In questi ultimi tempi attraverso azioni di lotta eclatanti e di mobilitazioni si è cercato di rimettere al centro della vita sociale e politica italiana le problematiche del mondo del lavoro, non siamo riusciti completamente nell'intento, ma sicuramente qualche risultato c'è stato. Bisogna cercare di recuperare una maggiore fiducia nell'azione collettiva delle persone, attraverso l'individuazione di obbiettivi e un azione culturale e politica di contrasto al pensiero liberista prevalente”.
Lo sciopero si svolgerà in concomitanza con l'uscita del nuovo decreto legge per la riapertura delle graduatorie ad esaurimento per gli insegnanti, altra classe annichilita dalle riduzioni di spesa. Pensa che si possa riuscire a dare un nuovo valore alla scuola, nonostante le condizioni attuali?
“Si deve fare, è obbligatorio, se vogliamo che il nostro paese esca dalla crisi in maniera democratica, civile e rispettosa dei diritti delle persone.
Solo un livello elevato del sistema scolastico e formativo può permettere al paese di affermare un nuovo sviluppo sostenibile e di qualità”.

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