PERUGIA – Doccia fredda stamani all’uscita del rapporto dell’Enac (Ente Nazionale dell’Aviazione Civile) relativo ai dati sul traffico registrato dai principali aeroporti italiani nell’anno passato. Stando alle comunicazioni rassicuranti della Sase, la società che gestisce l’Aeroporto di Sant’Egidio, di recente ribattezzato “San Francesco), ci attendevamo risultati quanto meno lusinghieri per lo scalo umbro atteso che in una nota stampa diramata appena una ventina di giorni fa (per l’esattezza, il 1 aprile, data che ci suscita adesso qualche perplessità” si evidenziava enfaticamente che “l’incremento dei passeggeri registrato da un anno a questa parte, tanto marcato da far prevedere che il trend potrà solo accentuarsi quando, tra giugno e luglio, il cantiere potrà essere chiuso e l’aerostazione inaugurata e mostrata alla collettività regionale e all’intero Paese come evento per i 150 anni dell’Unità d’Italia”.

Sempre secondo la Sase, nel trimestre gennaio-marzo l’incremento era stato del 52% rispetto allo stesso periodo del 2010 che saliva addirittura al 62% se si considerava solo il mese di marzo, con un trend, quindi, in forte crescita.

Di tutt’altro genere i dati dell’Enac per l’intero 2010, che collocano lo scalo umbro al 36° posto nella graduatoria degli aeroporti italiani, con un 2.626 movimenti che corrispondono ad un decremento del 21,1% rispetto al 2009 (la seconda percentuale passiva dopo Linate) e ad un’incidenza davvero insignificante (appena lo 0,2%) sul totale nazionale.

Passando al numero dei passeggeri trasportati sui servizi aerei commerciali i dati sono sempre poco confortanti perché, se è vero che con un totale di 111.140 viaggiatori che vi sono transitati sia in arrivo che in partenza lo scalo umbro compie un piccolissimo passo in avanti nella graduatoria nazionale, salendo al 35° posto, è anche vero, purtroppo, che si segnala anche in questo caso un decremento sia pure più modesto (-8,6%) con un’incidenza sul totale nazionale si riduce allo 0,1%.

Dati, come si vede, tutt’altro tranquillizzanti sulle sorti future del “San Francesco”, tanto più se si considera che l’Enac è l’ente che aveva incluso lo scalo umbro nella lista degli aeroporti italiani da declassare, per cui a questo punto non ci resta che confidare in un miracolo del poverello di Assisi: che per davvero il 2011 segni una significativa inversione di tendenza tale da far rientrare propositi non certo fausti per la nostra regione.

Si attendono precisazioni, possibilmente tranquillizzanti, della Sase al riguardo.
 

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