Pasqua e Costi in Umbria - L'abbacchio sale dell'8%. La colomba vola a più 12%
PERUGIA – Un classico delle feste “comandate”: la classifica degli aumenti dei cibi tipici per pranzi e cene da effettuare rigorosamente con parentame a tavola. E’ la volta dell’Adoc ha ricordarci che i rincari non saranno neanche stavolta indolori.
“Dentro l’uovo i consumatori troveranno una pessima sorpresa quest’anno – ha spiegato Angelo Garofano - i prezzi dei prodotti tipici pasquali sono tornati a crescere, in media per il pranzo si spenderà il 4% in più a famiglia, per una media di 154 euro. Un uovo medio di marca, dal peso di circa 200-250 grammi, costa il 2,3% in più che nel 2010, per una colomba semplice si spende addirittura il 12,5% in più. Rincari anche per l’abbacchio (+7,9%), salame corallina (+6,3%). Per una classica colazione pasquale quest’anno si spendono 30 euro, il 13% in più dell’anno scorso. Per le uova una famiglia arriva a spendere quasi 50 euro, il 39,3% di rincaro sul 2010, un vero e proprio salasso. Una Pasqua che si preannuncia, quindi, molto onerosa e poco festosa per gli italiani”.
Anche sul fronte vacanze i segnali sono negativi, secondo l’indagine dell’Adoc. “Circa 6 Umbri su 10 rimarranno a casa per le vacanze di Pasqua, a pesare sono il caro carburanti e i rincari per servizi e ristorazione, la crisi ha messo in ginocchio le famiglie, basti pensare che tra i partenti ben il 56% starà fuori solo una notte, mentre il 12% farà solo una gita di un giorno, soprattutto a Pasquetta, quando a muoversi sarà il 54% degli italiani. Non ci sorprende che si preferisca la vacanza breve, il carovita e la perdita del potere d’acquisto impongono la riduzione dei giorni a disposizione per svagarsi. Ad incidere profondamente sulle decisioni dei consumatori è il caro carburanti, rispetto alla scorsa Pasqua si spendono 8 euro in più per un pieno di benzina, 12 euro in più per uno di gasolio. Inoltre si registrano aumenti dei prezzi di ristoranti (+4,1%), agriturismi (+4,6%) e trattorie/pizzeria (+2,2%), tanto che ben il 25% dei partenti, il 4% in più dello scorso anno, opterà per un pranzo “al sacco” preparato da casa.

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