NAPOLI - Lei e' moglie e sorella di boss, nata e cresciuta a Scampia, il quartiere dove proprio la sua famiglia, nel 2004, fece scoppiare la faida.

Perugino, spregiudicato funzionario della Banca monegasca di gestione - Lui e' un funzionario della Banca monegasca di gestione, originario di Perugia e cosi' spregiudicato nelle operazioni finanziarie da mettere in imbarazzo i suoi colleghi.

Elmelinda Pagano e Riccardo Fusari sono stati arrestati ieri, rispettivamente da polizia e Guardia di Finanza, in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dopo la condanna di primo grado. La vicenda e' quella di un colossale riciclaggio di denaro proveniente dal traffico di stupefacenti tra Italia e Spagna: tre milioni e 318.000 euro.

La donna e' moglie di Raffaele Amato e sorella di Cesare Pagano, i due boss che diedero vita al gruppo degli scissionisti del clan Di Lauro. All'interno della cosca aveva una posizione di vertice, che si concretizzava in particolare nel ricevere il fiume di denaro proveniente dalla vendita della droga e nel reinvestirlo, soprattutto a Montecarlo.

Ad aiutarla era Riccardo Fusari, arrestato a Piacenza dai militari del nucleo di polizia tributaria del comando provinciale di Napoli, gruppo tutela mercato capitali.

''La forza del gruppo Amato-Pagano - e' scritto nell'ordinanza di custodia cautelare - sta proprio nell'essere costituito da soggetti tutti imparentati tra loro, in modo da non dover temere tradimenti, sottrazioni o peggio collaborazioni con la giustizia. Certamente quindi la Pagano, proprio perche' e' la moglie di Amato Raffaele e la sorella di Pagano Cesare, e' la persona perfetta alla quale affidare gli interessi economici del clan, strutturato appunto su base familiare per rafforzare ulteriormente i legami interni in un periodo di grandi sconvolgimenti. Non si puo' affermare che il ruolo della Pagano non sia essenziale per la stessa sopravvivenza del clan''.

E cosi' la donna, che gli investigatori definiscono rozza e incolta, non esita a raggiungere piu' volte il Principato di Monaco per depositare imponenti somme di denaro, fino a quando non scatta il sequestro disposto dalla magistratura italiana.

Fusari e' un broker perfettamente consapevole di gestire denaro di camorristi, come il gip sottolinea in diversi passaggi dell'ordinanza. Compie operazioni senza i documenti necessari per legge. In un'intercettazione ''dice che a lui basta, per aprire nuovi conti, solo la firma ed un documento di riconoscimento, null'altro, in barba a tutte le leggi sul controllo dei capitali''.

Un soggetto di estrema pericolosità - Il gip lo definisce ''un soggetto di estrema pericolosita', perche' si avvale delle sue conoscenze e della sua esperienza svolta nel Principato di Monaco per dare aiuto e supporto tecnico a chiunque glielo richieda, purche' ci sia da guadagnare. E' evidente quindi che rappresenta sempre un punto di riferimento valido per il clan, che continua a operare, non risultando dagli atti che le piazze di droga siano state chiuse o che gli ingenti guadagni siano cessati. D'altra parte Amato Raffaele nel carcere in Spagna si interessa delle attivita' di riciclaggio in corso come se fosse libero e nulla impedisce di ritenere che lo possa ancora fare attualmente, attraverso i familiari in liberta'''.

 

 


 

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