PERUGIA - Come e' cambiato il legame tra giornalisti e relatori pubblici in questo periodo di profonda trasformazione nel mondo della comunicazione? Se ne e' parlato, con un momento di riflessione e dialogo, al Festival del giornalismo di Perugia durante un incontro organizzato dalla Ferpi (Federazione relazioni pubbliche italiana).

Quelle dei giornalisti e dei relatori pubblici sono due professioni in forte trasformazione, da sempre unite da uno stretto, e talvolta anche conflittuale, rapporto. Ma quale relazione esiste oggi tra queste due figure nell'era della rivoluzione digitale e in un periodo di profonda trasformazione del mondo della comunicazione?

Alla domanda, e trovando anche ad altri spunti di riflessione relativi a questo ''incontro-scontro'', hanno cercato di rispondere questo pomeriggio a Perugia, moderati da Sebastiano Barisoni (capo redattore Radio24), Gianluca Comin, presidente Ferpi e direttore Relazioni Esterne Enel, Luca Barabino, presidente e ad Barabino & Partners, Giuseppe De Filippi, capo redattore TG5, Concita De Gregorio, direttore L'Unita', Furio Garbagnati, Ceo Weber Shandwick, Paolo Liguori, direttore TGCom e Bruno Manfellotto, direttore L'espresso.

Proponendo questo incontro dal titolo ''Relatori pubblici e giornalisti, una nuova identita''', la Ferpi, nell'anno delle celebrazioni per i 40 anni dalla sua fondazione, ha voluto essere presente all'edizione 2011 del Festival internazionale del giornalismo di Perugia. ''Oggi - ha affermato Gianluca Comin - sono mutati gli equilibri e lo scenario, contraddistinto da una sempre maggiore velocita' e multicanalita' delle notizie. Sono aumentati i pubblici di riferimento e il cittadino si informa in molti modi. Come gruppo Enel oggi ad esempio puntiamo molto sui siti internet, partecipiamo a blog e social network, con la pubblicita' online che raddoppia mentre quella su carta risulta stagnante''.

Il presidente Ferpi ha poi voluto sfatare un pregiudizio: ''I comunicatori seri che hanno rapporti con giornali seri lavorano in modo che quello che si scrive non sia il risultato di un favore o di una 'marketta'''. Il valore aggiunto di un professionista delle relazioni pubbliche o di un giornalista, come e' stato sottolineato durante l'incontro, si misura non tanto piu' su quello che comunica, ma su come lo comunica, attraverso quali azioni, con quali modalita'.

Dalla riflessione e' emerso poi un punto fermo. ''Quello che nessuna rivoluzione potra' mai cancellare - ha aggiunto Comin - rimane, quel codice etico, quella professionalita' e quel rispetto, che ciascuno di noi deve avere e trasmettere per se stesso e nei confronti dei propri interlocutori''.

Secondo Luca Barabino, ''ci vuole una misura per quanto riguarda le informazioni che un'azienda deve dare e in questo l'Enel e' certamente un esempio di come si puo' comunicare in maniera non autoreferenziale''.

''Il giornalista attraverso il suo filtro deve trovare il modo dignitoso e non schierato di veicolare quello che il comunicatore gli evidenzia'' ha sottolineato De Filippi. Concita De Gregorio ha poi voluto evidenziare il fatto che ''sono gli introiti pubblicitari la prima fonte di sopravvivenza per le redazioni''. ''E' la pubblicita' - ha aggiunto - il principale tema di scambio tra giornali e aziende e quindi tra giornalisti e comunicatori. Ma in tutto questo c'e' un punto di mediazione, per realizzare qualcosa che non sia disonorevole''.
 

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