PERUGIA - Si è tenuto ieri a Torgiano il primo appuntamento della due giorni di confronti e dibattiti promossi da Confapi Umbria sul futuro delle piccole e medie imprese e della loro rappresentanza.

Ad aprire i lavori, ieri pomeriggio, il prof. Giangiacomo Nardozzi, docente di Economia politica presso il Politecnico di Milano e autore del libro “Il futuro dell’Italia. Lettera ai piccoli imprenditori”. Nutrita e motivata la delegazione dei dirigenti Confapi che, da tutta Italia, hanno risposto all’invito del Presidente regionale di Confapi, Gabriele Chiocci.

“Poco prima di Natale - commenta Chiocci - ho potuto apprezzare l’intenso libro scritto dal Prof. Nardozzi. Il titolo è significativo così come lo sono i contenuti: uno stimolo vivace, calibrato e ricco di spunti importantissimi, utili, sostanziosi. Vi ho trovato talmente tanto di me, piccolo imprenditore, e di noi organizzazione di imprenditori, che ho deciso di inviarne una copia ai miei colleghi Presidenti, con l’invito a leggerlo e a venire in Umbria per discuterne in compagnia dell’autore”. “Le piccole imprese – ha detto Nardozzi nel suo intervento – rappresentano un serbatoio di saper fare vivace e creativo che raccoglie la fiducia di quasi due terzi degli italiani come soggetto che, più di altri, può contribuire al progresso economico e sociale del paese. I piccoli imprenditori sono buoni narratori delle loro singole storie, spesso epiche nell’avercela fatta da soli, partendo da poco o niente, ma poi molto spesso si fermano lì e il loro dialogo con la politica è fatto di un malcontento cronico, privo dell’autorevolezza che dovrebbe venire dal contributo che possono dare al progresso della collettività”.

 

I problemi dell’Italia, secondo Nardozzi, non vengono dalla finanza ma da un Paese che non cresce, nonostante abbia grosse potenzialità per farlo. “La risorsa fondamentale per incrementare il nostro tasso di crescita - ha sottolineato l’autore – è la piccola e media impresa. Ma, a differenza di 20-30 anni fa, oggi il dinamismo degli imprenditori da solo non basta. Se non è accompagnato da una rinnovata competitività di sistema, il nostro Paese continuerà a rimanere fermo”. Un invito quindi, quello che il Prof. Nardozzi rivolge ai piccoli imprenditori italiani, a farsi classe dirigente attiva per il rilancio del nostro Paese. “L’Italia – ha concluso Nardozzi – ha bisogno di un ponte solido tra società e politica, e lo vuole. Per costruirlo occorre un pilone centrale che può essere costituito dai piccoli imprenditori, dalla loro volontà di essere finalmente protagonisti”. Un invito raccolto con entusiasmo dagli imprenditori di Confapi che, nei loro interventi, hanno dimostrato di avere non solo idee chiare sulla situazione attuale ma soprattutto una chiara visione del futuro che vorrebbero per la propria impresa e per il Paese.

“Se fino a qualche anno fa - ha concluso Chiocci - potevamo vantarci di potercela fare pur avendo contro il sistema, oggi dobbiamo prendere atto che senza un Paese forte in grado di garantirci, prima di tutto, una burocrazia snella e infrastrutture adeguate, per le nostre aziende non c’è futuro”. Questa mattina il secondo e ultimo appuntamento che prevede un confronto tra i dirigenti nazionali e territoriali di Confapi sul futuro della rappresentanza d’impresa e su come renderla più moderna ed efficace.

 

 

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