"Non conoscendo bene le carte processuali ci asteniamo da qualsiasi giudizio di merito e pur ribadendo la nostra fiducia nella magistratura - si legge nella nota di Alessandra Paciotto, presidente di Legambiente Umbria - non possiamo non rilevare la dismisura tra gli anni di condanna richiesti dal Pubblico Ministero e i reati di cui Michele, Dario, Andrea e Damiano sono stati accusati e rispetto ai quali si sono sempre dichiarati assolutamente estranei. Uno per tutti l'episodio della scritta sui muri che riguardava l'ex Sindaco di Spoleto Massimo Brunini, da lui stesso giudicata come una ragazzata, per la quale invece si è mossa l'accusa di minaccia aggravata a pubblico ufficiale. Giudicate voi se può essere considerata una minaccia di pericolosi terroristi, scrivere su un muro ciccione di merda".

"A favore di Michele, Dario, Andrea e Damiano, depone anche la volontà di voler affrontare il processo senza scorciatoie e escamotage - continua la Paciotto - dal momento che non si sono nemmeno opposti all'uso da parte della Corte, che nel frattempo era modificata, di tutti gli atti e delle prove assunte nel corso delle udienze precedenti, cosa che avrebbe reso possibile e probabile una futura prescrizione. Questo per voler dimostrare a tutti la loro innocenza, un comportamento da apprezzare soprattutto se paragonato ai comportamenti processuali di tanti imputati eccellenti e potenti che dimostrano di tenere più alla propria impunità che all'accertamento della loro innocenza ".

"Questa nostra nota - dichiara Simonetta Bandini, presidente del Circolo Legambiente di Spoleto - nasce dall'opportunità che abbiamo avuto di conoscere Michele, che ha prestato servizio civile presso la nostra sede nello scorso anno. Abbiamo avuto modo di apprezzare le sue qualità umane e intellettuali, il suo amore per i libri e per l'ambiente, così come la sua passione civile e politica manifestata sempre in maniera non violenta".
 

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