di Antonio Torrelli -

CITTA’ DI CASTELLO - Che i democratici fossero in difficoltà era chiaro da tempo. Ma parlare di commissariamento e azzeramento dei vertici di un partito a poche settimane dalle elezioni amministrative, è quanto meno una conclusione azzardata. E in risposta a ciò, arriva la fresca nomina di Franco Ciliberti alla carica di coordinatore del Pd tifernate.

Il suo mandato durerà sino al termine delle tornate elettorali e il compito gli è stato affidato da un direttivo che ieri sera si è espresso quasi all’unanimità. Quasi, perché c’è da tenere comunque in considerazione l’astensione dei guasticchiani, che in merito al nuovo coordinatore non si sono voluti esporre.

Il Pd, dunque, nonostante la sonora batosta raccolta nel confronto Bacchetta-Duranti, cerca di rialzare la testa e rimboccarsi le maniche. E lo fa grazie alla nomina di Ciliberti, che ora avrà il compito di traghettare i democratici in questa turbolenta campagna elettorale di primavera.

Ma c’è un altro dato da tenere in considerazione: la questione del commissariamento era stata sollevata da coloro i quali non hanno appoggiato a pieno la candidatura di Domenico Duranti. Da qui la richiesta di un intervento per azzerare i vertici del partito, subito respinta dallo stesso gruppo di Città di Castello, dove ieri, al termine dell’assemblea, si è espresso favorevolmente anche il segretario regionale in persona Lamberto Bottini.

Il Pd sarà pure allo sbando, come molti ormai scrivono e dichiarano, ma di certo continua a rimanere la prima forza politica con cui fare i conti sul territorio. E di questo il candidato in pectore Luciano Bacchetta dovrà tenerne conto, soprattutto alla luce di due dati fondamentali del percorso politico di Pd e Psi: i primi hanno toccato quota 30 per cento dei consensi al minimo storico, i secondi hanno raggiunto il massimo risultato fermandosi al 16.
 

 


 

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