I dati umbri sulla cassa integrazione segnalano la permanenza di una crisi che colpisce un po’ ovunque e, in maniera particolare, le zone appenniniche, il polo chimico di Terni, le piccole imprese della nostra regione. A pagarne il dazio più pesante, donne, giovani e immigrati, ma anche interi territori che vedono consumare il loro patrimonio fatto di esperienze imprenditoriali e tradizioni produttive.

L’iniziativa lanciata oggi dalla CGIL ha il merito di porre sul punto più alto delle priorità politiche il tema del lavoro. La crisi infatti erode non solo i redditi ma anche gli equilibri del sistema sociale, la pratica diffusa della tolleranza e della solidarietà, la qualità del nostro sistema di welfare regionale. La posta in gioco è alta e riguarda il mantenimento della coesione sociale e quindi dei livelli del nostro benessere. Rimettere il lavoro al centro della società – tutto il lavoro: dipendente e autonomo, pubblico e privato, il lavoro degli operai e degli imprenditori, degli industriali e dell’agricoltura – è un imperativo che serve a tutelare la democrazia e la forma della nostra civiltà.

In questo contesto l’irresponsabilità del governo nazionale è massima, certamente solidale con quel disegno di manomissione costituzionale portato avanti con rara pervicacia. Mentre i dati ci informano che per donne, giovani e Sud si spalanca ormai il baratro, Berlusconi prova a far passare l’ennesima e inaudita legge ad personam (processo e prescrizione breve) usando da cortina fumogena l’emergenza profughi. Con il terribile risultato di trasformare il disagio di quanti si sentono minacciati dalla precarietà e dall’incertezza in forme di intolleranza e di xenofobia.

Anche in Umbria c’è bisogno di uno scatto in avanti. Il governo regionale ha ben compreso il passaggio storico e sul tema del lavoro e della coesione sociale ha posto le premesse per un’azione politica sempre più convincente. Ma dentro questa partita ci devono stare tutti: organizzazioni di categoria,sindacati, imprese, università, banche e fondazioni bancarie, ciascuno responsabilmente e con grande spirito di squadra. Perché questa volta sarà difficile pensare di uscirne bene inseguendo soltanto il proprio particolare.
 

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