PERUGIA - Anche in Umbria i lavoratori del comparto mobilita' hanno aderito in massa allo sciopero nazionale di 24 ore iniziato ieri per il trasporto su gomma e proseguito oggi per quello ferroviario. I sindacati hanno parlato di ''situazione difficile'' per il settore in ambito regionale.

Una manifestazione di protesta si e' tenuta oggi a Perugia con un presidio in piazza Italia - protagoniste tutte le sigle sindacali (Filt Cgil, Fit Cisl, Uil trasporti, Ugl trasporti, Orsa Trasporti, Faisa-Cisal Fast) - e ha affiancato lo sciopero dei lavoratori, delle attivita' ferroviarie e dei servizi, con lo stop ai trasporti e con il blocco di autobus e treni. Garantiti comunque, come previsto, i servizi minimi e le principali priorita' per i cittadini.

Le segreterie regionali dei sindacati dei trasporti, hanno voluto cosi' denunciare il mancato rinnovo del Contratto nazionale (scaduto nel 2007 e' in attesa di essere rinnovato da due anni), i tagli al trasporto pubblico locale su gomma e su ferro e le violazioni contrattuali.

La mobilitazione, che a livello nazionale riguarda circa 220 mila lavoratori, in Umbria puo' contare su 2.750 addetti complessivi del comparto mobilita' (1.350 per il Tpl su gomma e 1.400 per quello su ferro). I primi dati forniti dai sindacati parlano di un 90% di adesione allo sciopero per quanto riguarda la giornata di ieri e di un 80% nelle prime ore della giornata di oggi.

''La manovra economica penalizza i trasporti ed il taglio delle risorse condanna il tpl su gomma e su ferro ad una crisi profonda ed irreversibile'' ha spiegato Gianni Martifagni, segretario regionale Fit Cisl. ''Per quanto riguarda l'Umbria - ha aggiunto - un taglio del 40% sul tpl, corrispondenti a 39 milioni di euro, significa spazzare via di un colpo diritti e servizi minimi''.

Il ripristino delle risorse finanziarie tagliate e', per i sindacati, indispensabile per dare a tutto il trasporto pubblico locale una prospettiva e per evitare che vengano ridotti treni ed autobus, aumentate le tariffe e licenziati i lavoratori, nonche' ''per togliere alle associazioni datoriali l'alibi con il quale hanno impedito fino ad oggi l'attuazione dell'ipotesi di accordo siglata il 30 settembre 2010 sul nuovo Contratto nazionale del lavoro della mobilita'''.

''Senza contratto nazionale - hanno ribadito con forza i rappresentanti delle varie sigle sindacali - il lavoro e' meno rappresentato e piu' debole, i diritti e le tutele sono messi in discussione e il salario perde potere d'acquisto e non e' garantito. Il Governo deve garantire almeno il rispetto dell'intesa raggiunta con la Conferenza delle Regioni per un reintegro di 475 milioni di euro a favore del settore''.

''Grazie a questa intesa qualcosa sicuramente migliorera', ma non speriamo certo in un azzeramento dei tagli - ha detto Cristiano Tardioli, segretario regionale Filt Cgil - ed anche se l'Umbria e' una regione virtuosa sara' difficile comunque almeno dimezzarli. La situazione resta pertanto difficile''.

I segretari dei sindacati trasporti hanno messo inoltre al centro della discussione la situazione di stallo in cui verte a loro avviso la nuova azienda unica della mobilita', chiedendo di poter essere sentiti per il piano industriale. ''Il piano generale dei trasporti e' ancora in alto mare - ha affermato Alessandro Emili, segretario regionale Uil - e stiamo incalzando la Regione per far muovere in questo senso l'azienda unica''.
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