Cassaintegrati/ In tanti alla prima riunione provinciale convocata dalla Cgil
PERUGIA - Padre e figlia seduti uno accanto all’altra. Lui operaio della Merloni in cassa integrazione straordinaria ormai da chissà quanto. Lei giovane apprendista presso un’impresa della green economy, in cassa integrazione in deroga da un anno. Un’immagine che è l’emblema dell’attuale situazione occupazionale della provincia di Perugia e che stamattina ha trovato un momento di concreta rappresentazione nella prima assemblea provinciale dei lavoratori cassaintegrati che la Cgil di Perugia ha organizzato presso una sede fortemente simbolica: il magazzino ex Limoni Cosmologic di Ponte San Giovanni, dove due anni fa 60 giovani lavoratori e lavoratrici hanno dato vita ad una dura lotta per salvare il loro posto di lavoro, una battaglia purtroppo alla fine perduta.
Ed è stata proprio una di loro, Katiuscia Belia, 35 anni, 2 figli, a portare per prima la propria esperienza, descrivendo una situazione che dopo due anni è sempre più insostenibile. Nella quale per molte delle giovani lavoratrici, tuttora in cassa integrazione in deroga, ottenuta grazie alla mobilitazione di allora, non è stato possibile ritrovare un’occupazione, se non qualche impiego precario per pochi mesi. Ma all’assemblea c’erano lavoratori di ogni settore (oltre 100 in tutto), come Paolo Ambrosi, ex Upim di Perugia, azienda chiusa all’improvviso per decisione della nuova proprietà, la Coin, senza dare ai lavoratori “nemmeno il tempo di lottare per difendere il proprio lavoro”. O come i tanti operai della Merloni, vertenza diventata ormai il simbolo della crisi che sta investendo sempre più il territorio provinciale. E ancora i cassaintegrati della Grifo Cornici, quelli della Gaia Energia, della Pronto Green, della Fbm, della Cartolibraria tiberina, della Margaritelli, della Modi e Moda. E l’elenco potrebbe continuare a lungo.
Le testimonianze portate hanno davvero reso l’idea di quanto sia dura la situazione per migliaia di famiglie (14mila in media i lavoratori interessati dalla cassa in Umbria) alle prese con riduzioni drastiche di reddito (in un anno in media fino a 8.500 euro in meno). Non si vive bene con 780 euro e due figli da mantenere, ha assicurato Antonio, operaio della Grifo Cornici, e soprattutto non si vive bene se dietro la cassa integrazione non si intravede una nuova prospettiva, perché così, come ha osservato Luciano Recchioni, operaio Merloni, vuol dire solo “prolungare l’agonia”.

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