VENEZIA - Per i governatori italiani il federalismo regionale potrebbe garantire un aumento delle entrate di quasi 6 miliardi di euro. Lo ha calcolato la Cgia di Mestre sulla base delle disposizioni previste dal decreto sul federalismo regionale in discussione in Commissione bicamerale.

La stima - premette la Cgia - parte dall'ipotesi teorica che dal 2011 al 2015 le Regioni ordinarie aumentino l'aliquota Irpef regionale sino al livello massimo consentito. Nello specifico: aliquota massima all'1,4% per tutti i contribuenti nel periodo 2011-2013; per l'anno 2014, aliquota massima all'1,4% per i redditi fino a 28.000 euro, mentre oltre i 28.000 euro aliquota massima al 2%; per il 2015, aliquota massima all'1,4% per i redditi fino a 28.000 euro, oltre i 28.000 euro aliquota massima al 3%.

Alla luce di queste disposizioni, l'eventuale aumento massimo delle aliquote potrebbe far incrementare il gettito dell'Irpef regionale per l'anno 2015 - sostiene la Cgia - di 5,8 mld di euro. In termini pro capite, l'aumento massimo dell'addizionale potrebbe penalizzare maggiormente i contribuenti veneti (+278 euro), quelli lombardi (+277) e quelli toscani (264), che attualmente presentano i livelli delle aliquote tra i piu' bassi d'Italia.

''L'ipotesi di aumento massimo delle aliquote delle addizionali Irpef - segnala Giuseppe Bortolussi, segretario Cgia - e', chiaramente, del tutto teorica. Pero', non dobbiamo dimenticare che nella manovra correttiva approvata nell'estate scorsa, le Regioni a Statuto ordinario subiranno, nel biennio 2011-2012, un taglio dei trasferimenti da parte dello Stato centrale pari a 8,5 mld. Un provvedimento, quest'ultimo, che potrebbe spingere molti Governatori ad aumentare le tasse per compensare gli effetti della manovra correttiva''.
 

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