Monni (Pdl): "A Perugia una 'Cittadella della Regione' come in Lombardia"
di Massimo Monni, consigliere regionale Pdl-Umbria -
Tante funzioni, tanti servizi, una sede facilmente raggiungibile anche e soprattutto con i mezzi pubblici, sarebbe la soluzione ideale per accorciare le distanze e le modalità di relazione tra gli uffici regionali, i cittadini e le imprese.
Concentrare su un'unica area l'insieme degli uffici della Regione attualmente sparsi in varie zone della città, rientrerebbe in un'ottica di accorpamento, di razionalizzazione e di indubbia riduzione dei costi di gestione con un risparmio sui costi di affitto e di tempo, oltre alla grande utilità per tutti coloro che troveranno ciò di cui hanno bisogno in un unico edificio senza dover vagare per la città.
Prendendo spunto da quanto è stato eseguito dalla Regione Lombardia con la realizzazione del “Palazzo Lombardia” dove trova spazio la nuova ed unica sede della regione, anche per Perugia si potrebbe auspicare una soluzione analoga che ospita tutte le direzioni regionali, gli assessorati e le funzioni e le attività legate alla Giunta.
Al complesso edilizio andrebbero progressivamente attivati tutti gli spazi di supporto e i servizi come parcheggi ed aree di utilità per il cittadino, nonché spazi per attività commerciali facendo del luogo un centro d'incontro e attivo della vita sociale per evitare il rischio, dopo le ore di ufficio, di un luogo deserto e magari pericoloso.
Ma l'inerzia e l'immobilismo dell'esecutivo umbro, pare aver accantonato un progetto che già dal 2003 sembrava dovesse decollare anche per rivitalizzare l'intera area di Fontivegge e dei quartieri sorti intorno ad essa.
E' il caso della variante per l'edificazione dello “Steccone” presso il complesso immobiliare denominato “Centro Direzionale Fontivegge” che è stato ed è tutt'ora al centro di tormentate e complesse vicende iniziate già negli anni '80.
Una zona ben servita e collegata con il resto della Regione, attraverso una rete di trasporti che vanno dal treno, agli autobus, al minimetrò, che ha tutte le potenzialità e le caratteristiche per ospitare una sorta di “cittadella della Regione” nel cuore della città.
	L'opera, per la quale sono stati spesi già parecchi soldi pubblici, non trova tuttavia spazio nel programma di politica patrimoniale della Regione che continua a rinviare qualsiasi decisione sul destino dello “Steccone”.
	C'è da ricordare che a Fontivegge la Regione già possiede il Broletto dove sono dislocati molti assessorati, possiede anche alcuni uffici in Piazza Partigiani, ma occupa anche numerosi immobili pagando onerosi affitti che sfiorano un il milione di euro annuo, come si evince da documenti del marzo 2003 con un notevole aggravio della spesa pubblica.
	Razionalizzare la presenza logistica dell'Ente sul territorio e anche l'organizzazione del lavoro, ridurre i costi di gestione, migliorando il rapporto con l'utenza, sono alcune delle ragioni che spingono a riflettere seriamente sulla necessità di completare l'immobile di Fontivegge dove potrebbero traslocare gli uffici regionali che attualmente pagano gravosi canoni di locazione. In questo modo sarebbero drasticamente ridotte le spese per gli affitti e sarebbero messe a reddito parte del patrimonio regionale liberato.
	La complessa vicenda e l'ipotesi della “cittadella della Regione” raggruppando insieme tutte le funzioni di una pubblica amministrazione, affrontata anche dalla Giunta di Palazzo Donini con il documento triennale di politica patrimoniale 2002/2004 e mai portata a termine, sarebbe una “ventata di ossigeno” per una zona che ad oggi, senza chiari indirizzi politici, invece di essere lo snodo della città, è diventato un quartiere in mano alla delinquenza.
In ultima analisi, però, c'è anche da tener ben presente che dai dati forniti in sede di commissione durante l'illustrazione dei cardini del programma di politica patrimoniale per il triennio 2011-2013, l'assessore ha evidenziato che il costo dello “Steccone” si aggira intorno ai 40 milioni di euro, circa 11mila euro a metro quadrato. Cifre esorbitanti.
Ma i conti non tornano al Presidente dell'Ance che, tramite la stampa, dichiara che il costo a metro quadro è pari a 1.800 euro.
Quasi 10.000,00 di differenza che cambiano notevolmente le carte in tavola.
	Questo, in definitiva, sta a rimarcare che per la realizzazione dell'opera i tecnici regionali che hanno preso parte fin qui all' attuazione dell'opera, se ne tengano fuori da qualsiasi altra considerazione, vista la totale mancanza di competenza e capacità gestionale.
	 




Thursday
24/03/11
20:18
Forse questo consigliere regionale non ha mai sentito parlare di Web.2 visto che ancora pensa alla necessità di ammucchiare uffici e dipendenti.
Se approfondisse le sue conoscenze sul villaggio globale, conseguente alla diffusione della rete informatica nel mondo, cioè quello che ha messo in moto i movimenti di dissenso in Tunisia, in Egitto e in Libia, comprenderebbe che gli uffici e i dipendenti possono stare a stretto contatto pur stando in sedi dislocati in diverse parti del mondo.
Il Web e soprattutto il Web.2 oggi sono le soluzioni capaci di produrre innovazione nel mondo del lavoro del pubblico impiego che, fra l'altro, prevede già oggi il telelavoro e la possibilità di fare tele-conferenze.
Qundi il villaggio o cittadella della Regione non ha alcun senso, soprattutto poi quando sono proprio certi consiglieri regionale vanno pretendendo che si facciano sedi separati a Terni e in altre città perchè, così, non pagano gli affitti che vengono scaricati sulla collettività.
La soluzione di fare cittadelle varie sono state proposte del passato della prima repubblica. Queste soluzioni spesso erano finalizzate a cementificare e a c ostruire palazzi inutili.
Non sarà forse che qualcuno torna a sollecitare il famoso "steccone" a Fontivegge?
Questo fabbricato ricordo che nel periodo di "palazzopoli" aveva già trovato un accordo di massima con il Ministero del tesoro che metteva i soldi, con la Regione che avrebbe affittatto e poi acquistato il palazzo e con il sindaco dell'epoca dichiaratosi pronto a far approvare una variante urbanistica ad hoc.
Allora la CGIL era nettamente contraria all'operazione dello steccone, oggi chissà, se non intenda appoggiare la proposta di fare cittadelle come sostiene il consigliere forzista Monni che probabilmente, con tale soluzione, fa sicuramente contento qualche palazzinaro.