di Antonio Torrelli

ROMA- Non c’erano né il Ministro, né l’imprenditore. All’incontro di oggi per la vertenza Meraklon non c’è stato nessun faccia a faccia. Cgil, Cisl e Uil sono state ricevute solo dal direttore Caccamo. Tutto rinviato a data destinarsi.

Le date possibili sono tre: il 25, il 28 o il 30 marzo. E solo in quella sede la parti sociali potranno confrontarsi con il titolare dell’azienda.

Intanto le sigle confederali di terni annunciano battaglia. Almeno fino a quando non arriveranno garanzie certe da Roma.

“L’obiettivo è la cassa integrazione”, annuncia Lucia Rossi, segretario provinciale Cgil Terni, che sull’opzione “mobilità” ribadisce il proprio “no” all’azienda e alla procedura, ritenuta “a dir poco inusuale -aggiunge- rispetto alla notifica, fatta a mezzo di lettera, che mette a rischio 240 posti di lavoro”.

A fare quadrato anche Cisl e Uil, che all’appuntamento di oggi hanno espresso tutte le perplessità sulla vertenza, facendo leva sull’entità di una crisi “che riguarda purtroppo l’intero polo chimico di Terni -afferma Giorgio Roncetti, della segreteria regionale di Uil Umbria- e non solo la Basell. Per questo -aggiunge l'esponenete dell Uil- faremo di tutto per incastrare la partita all'interno della trattativa tra la stessa Basell e la Novamont". 

Di mobilità, dunque, non se ne parla nemmeno. I sindacati puntano dritto alla soluzione della cassa integrazione. Senza però escludere l’articolazione di un’attenta analisi per mettere a punto interventi concreti nel territorio: “Quando avremo l’incontro con i rappresentanti d’azienda -spiega Francesca Rossi, segretaria generale di Femca-Uil Umbria- metteremo in campo tutte le problematiche collegate all’azienda e all’intero settore della chimica, in modo tale da porre al centro dell’attenzione una situazione che in questo momento sta mettendo in ginocchio tutta l’area dell’economica terana”.


 

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