Il Pd tra futuro e riforme
di Valerio Marinelli, coordinatore Dipartimenti Pd Umbria -
Affrontate le urgenze economiche e sociali determinate dalla crisi, l’Umbria ha ora bisogno di spiegare le vele delle riforme e orientare il timone in direzione dei nuovi approdi di un’epoca ancora da esplorare, definire e costruire. Il PD vuole essere il vento che gonfia le vele e spinge verso il futuro. Al maggiore partito del centrosinistra spetta uno sforzo di elaborazione, di progettualità, di idee e di iniziativa politica. A questo intento si sono dedicati i nove Dipartimenti tematici del Partito Democratico, i quali, ripartiti in tre aree di lavoro (Sviluppo, Sapere, Sociale), hanno prodotto tre documenti che vogliono rappresentare il giusto stimolo alle riforme, da un lato, e un utile spunto di iniziativa politica a livello locale, dall’altro.
I documenti sono il frutto di un lavoro durato circa due mesi, in cui ogni Dipartimento si è aperto all’ascolto e al confronto con associazioni, sindacati, categorie, attori sociali ed economici, Istituzioni umbre di ogni genere e sorta, uomini e donne con esperienze professionali di vario grado e natura. Del resto, il PD è nato come un partito di “iscritti ed elettori”: con i secondi occorre mantenere un dialogo costante e proficuo, ai primi è invece attribuito il compito della sintesi all’interno degli organismi dirigenti, in questo caso l’Assemblea regionale, la quale ha integrato, votato e approvato i contenuti e le proposte.
Per combattere e vincere il difetto di autoreferenzialità della politica è indispensabile tenere vivo il capitale sociale e relazionale delle nostre comunità, così come è decisiva un’azione di raccordo tra plurali mondi sociali, economici e istituzionali. Mai il globo ha avuto tanti lati quanti ne ha oggi. Perciò, mai quanto oggi, la politica deve recuperare la sua poliedricità, valorizzando angolature e punti di vista che, nella loro diversità, possono comunque risultare positivamente complementari e integrabili. Un partito del secolo XXI, dunque, non può che avere tra i principali obiettivi quello di accorciare le distanze tra cittadini e politica e, contestualmente, tra cittadini e Istituzioni. Pure ad esse, sotto tale aspetto, è richiesto uno sforzo di sensibilità, responsabilità e attiva partecipazione. Infatti, sono in parte anche queste distanze a indebolire la democrazia e a renderla un atto a volte più estetico che sostanziale.
Al “teatrino della politica”, subìto da cittadini elettori sempre più assuefatti o indispettiti, il PD deve sostituire un palcoscenico dove i veri protagonisti sono i bisogni reali delle persone e dove, senza manipolazioni mediatiche e vuoti slogan, la politica torna ad essere un vitale strumento di trasformazione e di guida dei processi.

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