PERUGIA - In teoria dovrebbero essere lavoratori come tanti altri nella crisi, impegnati ad arrivare alla fine del mese con le poche centinaia di euro garantite dalla cassa integrazione. Ma in realtà i 35 lavoratori della Gd.net, azienda del settore commerciale specializzata nella vendita all'ingrosso di elettrodomestici, con sede principale a Tavernelle e punti vendita in Emilia e in Toscana, non hanno neanche questo. Da dieci mesi vivono senza alcuna forma di reddito, perché per loro la cassa integrazione non è mai partita.

La storia inizia ad aprile 2010, quando l'azienda, causa un fortissimo indebitamento, avvia le procedure per il fallimento e si apre il concordato preventivo. E' a questo punto che parte la richiesta di cassa integrazione straordinaria in deroga per tutti i 35 dipendenti delle tre regioni. Ma le cose non vanno come dovrebbero, tanto che ad oggi, 10 mesi dopo, i lavoratori non hanno ancora percepito un euro.

Le ragioni di questa situazione incredibile sono molteplici. “Prima – spiega Angela Rossini, lavoratrice della Gd.net di Tavernelle (Pg) – ci sono stati ritardi imputabili al fatto che la richiesta coinvolgeva 3 regioni e una di queste, la Toscana, ha impiegato diversi mesi per produrre tutti i documenti necessari da portare a Roma. Poi, ci si è messa la burocrazia ministeriale e sono passati altri mesi, fino ad arrivare alla situazione attuale, in cui manca soltanto la firma del ministro dell'Economia, Tremonti. E questo impedisce ancora di sbloccare la situazione”.

Intanto, per i lavoratori e, ancor più, per le lavoratrici, senza reddito da quasi un anno (anche la tredicesima è saltata), le difficoltà sono enormi: “Sul mio conto in banca sono rimasti 40 euro – racconta ancora Angela, entrata in azienda con un contratto da apprendista da 900 euro al mese, nonostante la sua laurea – e questo perché in questi mesi ho dovuto mettere mano a tutti i miei risparmi. Ho dovuto anche sospendere il mutuo per la casa – continua – perché se hai due bambini piccoli e un solo stipendio che entra a fine mese i soldi non bastano proprio”.

E nella situazione di Angela si trovano anche tutti i suoi colleghi, chi con un mutuo, chi con l'affitto, chi con una famiglia da mantenere. Per questo il loro appello alle istituzioni affinché intervengano al più presto è davvero disperato.

“Come Filcams Cgil di Perugia ci stiamo muovendo ormai da mesi per tentare di sbloccare finalmente questa situazione inaccettabile – spiega Marco Marcantonini, della segreteria provinciale Filcams – e questo nostro impegno, anche grazie all'intervento del deputato Walter Verini (Pd), ha portato finora ad ottenere le necessarie firme del responsabile della Direzione Ammortizzatori, Paola Paduano, e del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. Ora, manca solo Tremonti, ma sembra che ottenere la sua firma sia estremamente complicato e questo non per ragioni di merito, ma solo per la sua irraggiungibilità”.

Per questo motivo, la Filcams Cgil, insieme ai lavoratori Gd.net, fa nuovamente appello a tutte le istituzioni e in particolare ai parlamentari umbri, "affinché si facciano portavoce presso il ministro dell'Economia della situazione insostenibile che ormai da quasi un anno stanno vivendo queste 35 famiglie”.
 

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