ORVIETO – Mons. Scanavino lascia la Diocesi Todi-Orvieto, ma prima di togliere il disturbo non rinuncia a togliersi un bel po’ di sassolini dalle scarpe e lo fa parlando con un inviato del Secolo XIX, il quotidianio di Genova, arrivato in Umbria per raccoglierne le confidenze

Secondo quanto riportato oggi dal giornale, a fare decidere Benedetto XVI, che di fatto ha dimissionato monsignor Giovanni Scanavino, sarebbero state una serie di lettere anonime che accusavano alcuni diaconi, in attesa di essere ordinati preti, di comportamenti «non consoni».

Fra questi, anche il giovane Seidita che il 30 novembre scorso si è gettato dalla Rupe orvietana per il veto decretato dal Vaticano alla sua ordinazione sacerdotale. Raccontando la sua verità su questi fatti, secondo quanto si legge oggi sulle pagine del Secolo XIX, l’ex vescovo sosterrebbe che il bersaglio di quelle polemiche e accuse era comunque lui: l’intento era in sostanza quello di «farlo fuori».

Riguardo al diacono accusato dagli anonimi   estensori delle lettere inviate in Vaticano di essere gay, l’ex vescovo afferma che su di lui avrebbe messo la mano sul fuoco, “era stato con noi cinque anni e per dodici mesi, addirittura mio segretario particolare. Supponevo di conoscerlo bene”. Quanto alle accuse di comportamenti sessuali non consoni così conclude: «Quando dicono che sei così, sei fritto. Sono problemi delicati, diventano un cavallo di Troia».

Ma non finisce qui, perché mons. Scanavino ha anche smentito le sue dimissioni, spiegando che queste non sarebbero state una sua decisione: «Non mi sono dimesso – ha spiegato -. A un certo punto, vista l’insistenza di alcuni prelati, ho detto: va bene, mi rifaccio alla decisione del Papa. Il Santo Padre ha deciso che per il bene e l’unità di questa Chiesa io mi facessi da parte».

Questo nel giorno in cui gli arcivescovi e vescovi dell’Umbria gli avevano indirizzato un saluto "fraterno" nel momento in cui lascia il servizio pastorale alla diocesi di Orvieto-Todi.

L'occasione era stata propiziata dalla riunione mensile della Conferenza episcopale umbra, che si è tenuta ad Assisi.

I vescovi, si legge in una nota “rendono grazie con lui al Signore per il bene compiuto in questi anni di ministero vissuto nella cordiale comunione con i confratelli e nell'accompagnamento fedele della comunità cristiana”. I presuli, si dice anche, “apprezzano la sollecitudine pastorale e la generosa disponibilità con cui ha accolto la decisione del Santo Padre per il bene della Chiesa orvietana-tuderte” e “augurano che il suo servizio ecclesiale, là dove si svolgerà, possa continuare a portare frutto per il bene di tutta la Chiesa”.

I presuli dell'Umbria, inoltre, rivolgono un altrettanto “saluto fraterno a monsignor Giovanni Marra, chiamato dal Papa ad accompagnare come Amministratore Apostolico il cammino del popolo di Dio in Orvieto-Todi”.
 

Condividi