A piedi da Terni a Roma: operai della Basell in marcia per salvare l’occupazione
TERNI - A piedi da Terni a Roma per salvare la loro azienda. E' la nuova iniziativa, preannunciata per l'8 marzo, degli operai della Lyondell Basell, la fabbrica di polipropilene del polo chimico di Terni, dall'agosto scorso in cassa integrazione.
In 40, seguiti da cinque camper, partiranno alle 7,30 dal piazzale antistante il polo chimico di Terni per raggiungere il 10 marzo il ministero dello sviluppo economico dove, in occasione dello sciopero generale della chimica, insieme ai lavoratori ternani, organizzeranno un sit in per essere ricevuti dal ministro Romani.
''Dopo tantissime ore di sciopero, blocchi ad oltranza delle merci in uscita, riunioni e manifestazioni - spiega Luca Levantesi della Rsu - abbiamo deciso un'azione piu' eclatante per cercare di salvare il lavoro di circa mille persone, tanti sono i dipendenti del polo chimico di Terni che la crisi della Lyondell Basell mette a rischio''.
''La marcia e' stata decisa - aggiunge il sindacalista - dopo la scelta della Lyondell Basell (azienda leader mondiale produttrice di polipropilene, materia prima per la produzione di materiali plastici), di chiudere lo stabilimento produttivo di Terni, decisione che, se realizzata, creerebbe un effetto domino a caduta sulle altre aziende del sito, Meraklon, Treofan, la centrale termoelettrica della Edison, strettamente collegate alla filiera produttiva''.
''L'impatto rischia di coinvolgere anche la Novamont, azienda collocata all'interno del sito ma leader mondiale della plastica biodegradabile, che peraltro - spiega Levantesi – E’ capofila di un progetto che tenta di rilevare l'impianto della Basell per salvare le sorti del sito e rilanciare la chimica ternana e italiana al tempo stesso''.
''Nonostante ci sia un progetto di salvataggio della Lyondell Basell per continuare la produzione, fino alla riconversione in chimica verde - prosegue - e lo stesso Ministro dello sviluppo economico Romani abbia dichiarato la strategicità del progetto, ad oggi la discussione è ferma ad un difficile accordo tra due soggetti privati, con un atteggiamento della multinazionale americana-olandese decisa a non cedere''.
Da qui la decisione dei lavoratori di mettersi in marcia l'8 marzo all'insegna del ''camminiamo tutti verso la soluzione''.

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