di Valerio Marinelli, Coordinatore Regionale Dipartimenti PD - Umbria
 

All’ombra delle Piramidi, tra i palmizi di Tripoli, per i vicoli di Algeri e di Sana’a, tra il cemento di Tirana, fino ai lunghi viali di Teheran si grida o si sussurra “Democrazia”.

La rivoluzione è giovane, scolarizzata, spesso disoccupata, donna, precaria, sfruttata o sottopagata e corre inarrestabile sulla rete. Questo è il profilo di chi oggi lotta contro regimi assoluti, despoti e raìs. Ed è lo stesso volto del disagio che si evidenzia in Italia: una generazione che vuole aprire le porte del suo futuro si ritrova un governo che ha da tempo perso le chiavi di accesso alle riforme utili al Paese. Le donne, che al Cairo come a Teheran, stanno giocando un ruolo importante per il cambiamento, in Italia vengono ferite nella loro dignità. Una società civile in via di formazione e piena d’entusiasmo va nascendo in ogni angolo del Maghreb, mentre da noi, ogni mattina, una società civile ben più solida e diffusa si sveglia in un Paese addormentato, nel quale il Capo del Governo, attraverso un collaudato strumentale populismo mediatico, produce schizofreniche e pericolose tensioni istituzionali. Anche in Italia c’è bisogno di ridare fiato alla democrazia, ma questo nuovo respiro non può che passare dalla strada maestra del voto. E’ nelle urne che deve concludersi la stagione politica di Berlusconi, ormai completamente orfano di credibilità nazionale e internazionale.

Alle istanze di democrazia e futuro è però necessario dare risposta pure a livello locale e regionale. La riforma endoregionale, lo snellimento della P.A., la revisione del sistema dei servizi socio-sanitari debbono rappresentare l’occasione per soddisfare le presenti esigenze di partecipazione e trasparenza, responsabilizzando nella cooperazione operatori e cittadini.

Il positivo sforzo della Regione dell’Umbria, teso ad attutire i devastanti effetti sociali della crisi economica e i tagli di Tremonti, è solo il primo mattone su cui poggerà il futuro dei giovani e delle giovani umbre: nel prossimo Piano regionale del Lavoro è, infatti, decisivo incentivare le nuove professionalità per creare nuovi spazi di mercato e un terreno più fertile all’imprenditoria del territorio. Occorre puntare su “green job” e su professioni legate all’innovazione e alle nuove tecnologie: l’Italia non sarà mai competitiva finchè il lavoro maggiormente richiesto continuerà ad essere il montatore di infissi, mentre in Europa l’analista informatico. Sarà inoltre determinate stimolare gli investimenti privati in ricerca e, contestualmente, rivisitare il sistema della formazione e della formazione-lavoro.

L’impegno del PD è di offrire opportunità di democrazia e futuro; un impegno nato e portato avanti da un partito che da sempre intende vivere con la medesima coerenza e passione il contesto locale e la dimensione globale. Un nuovo ordine mondiale è in divenire. Gli USA di Obama, senza carri armati e privi di ipocrita demagogia liberale, per la prima volta nella storia, hanno preferito i rischi naturali di una transizione democratica, piuttosto che adagiarsi ancora nella stabilità geopolitica.

Il PD, in quanto soggetto politico del secolo XXI, ha bisogno di recuperare appieno la sua anima internazionalista, per contribuire fino in fondo a democratizzare un multipolarismo oggi molto di mercato e troppo poco politico, civile e istituzionale. E’ anche accettando e vincendo questa sfida che ridaremo fiato al futuro dell’Italia e dell’Umbria.

 

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