Mafia/ Dalle associazioni la percezione di infiltrazioni in Umbria
PERUGIA - Una diffusa percezione di possibili infiltrazioni mafiose sul territorio umbro, anche se mancano segnalazioni certe, e' emersa dall'audizione davanti alla Commissione d'inchiesta del Consiglio regionale dei referenti di Confesercenti, Confcommercio, Confindustria, Ance e Confapi.
Dalle ricognizioni compiute dalle associazioni, a partire da Sos impresa, comincia ad emergere - e' stato detto - un quadro preoccupante.
La Commissione, presieduta da Paolo Brutti (Idv), e' impegnata in una fase di ricognizione sul fenomeno, cui seguira' quella successiva ''di proposta'', dopo avere ascoltato tutti i rappresentanti delle forze dell'ordine.
Nell'audizione odierna - si legge in un comunicato del Consiglio -, il direttore regionale della Confesercenti, Paolo Filippetti, ha esposto i dati raccolti da una indagine condotta da Sos Impresa, che evidenzia come in Umbria ''sono presenti organizzazioni criminali che operano nel riciclaggio di denari sporchi, con cittadini umbri strettamente legati a alla camorra e alla 'ndrangheta che fanno da prestanome, anche per rassicurare le vittime, e sono arrivate qui a seguito della ricostruzione post terremoto, chiamati a gestire subappalti''.
''Sta cambiando anche il fenomeno usura - ha aggiunto -, per cui all'imprenditore in difficolta', costretto a rientrare dallo scoperto bancario in poche ore, si presenta l'usuraio in giacca e cravatta, una sorta di professionista, e spesso su soffiata di qualche funzionario di banca che conosce bene la situazione. La nuova usura non punta a riscuotere interessi altissimi, ma a far cedere la stessa azienda: il piu' classico dei riciclaggi. Purtroppo, calano le denunce, nonostante il fenomeno sia in aumento, e questo potrebbe essere dovuto ad un senso di sfiducia nella giustizia''.
''Piu' che dati ufficiali - ha detto Federico Fiorucci, di Confcommercio - abbiamo sentori, ma da una nostra indagine conoscitiva condotta fino a pochi giorni fa tra i nostri operatori, anche in vista dell'audizione di oggi, si evidenzia un generale e diffuso sentimento di insicurezza e di deterioramento delle condizioni di mercato. A questo si devono aggiungere segnalazioni 'ufficiose' dalle nostre categorie di acquisizioni di attivita' con quotazioni decisamente sopra il mercato, oltre a gestioni di esercizi pubblici condotte da soggetti di dubbia provenienza. Ma non ci sono dati ufficiali per poter procedere alla dovuta denuncia. C'e' poi il fenomeno nuovo dei cinesi o comunque di una componente asiatica che, soprattutto nel ternano, sta acquisendo un gran numero di attivita' economiche. Spesso si presentano ad operatori commerciali anziani con valigette di soldi in contanti ed e' difficile che, a fronte di un compenso perfino superiore alle proprie aspettative, tali fatti possano essere denunciati. Questo fa pensare anche alla presenza di organizzazioni mafiose straniere''.
Anche nell'audizione congiunta del direttore di Confindustria, Aurelio Forcignano', e di Walter Ceccarini dell'associazione dei costruttori (Ance), e' emerso che, seppure esista la ''percezione'' di possibili elementi riconducibili ad attivita' legate all'infiltrazione mafiosa, non ci sono pero' segnali diretti o comunicazioni di fatti ed eventi circostanziati. I dubbi pero' ci sono. ''Le ultime 20 aree piu' importanti acquistate a Perugia - ha rilevato Ceccarini - non hanno riguardato alcuna azienda storica e strutturata nel perugino. Del resto, la gran parte delle societa' immobiliari sono a noi sconosciute e, pertanto, e' come se fossero invisibili''.
''Da anni ci impegniamo nella lotta ai ribassi anomali e per il rispetto delle regole - ha detto Forcignano' - e facciamo le nostre verifiche, che non hanno fatto registrare eventi significativi''.
Per quanto riguarda la Confapi, rappresentata da Daniela De Paolis, ''la natura stessa dell'associazione funge da filtro - ha spiegato - e non abbiamo denunce o segnalazioni che si riferiscano al fenomeno delle infiltrazioni criminali, anche se e' chiaro che tale fenomeno attecchisce piu' facilmente su commercio e piccoli esercenti''.
Brutti, ha chiesto a tutti i presenti di continuare l'opera di monitoraggio, soprattutto sul settore edilizio, e di collaborare con l'attivita' della Commissione stessa che, a sua volta, ha recepito le sollecitazioni della Direzione distrettuale antimafia, espresse dal procuratore della Repubblica Giacomo Fumu, il quale fece notare nella prima audizione che non ci sono, allo stato attuale, procedimenti giudiziari collegati ad infiltrazioni mafiose, ma che si dispone di strumenti importanti per poter, eventualmente, agire, come il sequestro dei beni nei casi in cui vi sia il fondato sospetto che talune attivita' economiche siano riconducibili ad attivita' mafiose. Brutti ha ricordato il ruolo di ''interlocuzione'' della Commissione antimafia che, come richiesto, potra' fare delle ''segnalazioni''.
L'attivita' della Commissione proseguira' nella fase ricognitiva con le audizioni di Questura, Finanza e Carabinieri. Successivamente si trattera' di ''mettere mano alle normative - ha detto Brutti - affinche' siano potenziati gli strumenti di contrasto all'infiltrazione della criminalita' organizzata, anche sulla base degli adeguati suggerimenti che gli interlocutori sapranno fornire all'organo consiliare''.

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