Fiat, un Paese preso in giro e sotto ricatto.
Quello tra governo e Fiat «è un incontro importante perché interviene dopo gli accordi di Mirafiori e di Pomigliano, che ci consentono di rappresentare a Fiat che ci sono delle istituzioni e forze sociali maggioritarie che si sono rivelate favorevoli all'investimento nel paese, e ciò ci dà ulteriore legittimazione per chiedere ulteriori garanzie per gli altri siti produttivi nel paese». Così Maurizio Sacconi, ministro del Lavoro, è intervenuto oggi sulla questione. «E poi per chiedere di mantenere le 'funzioni intelligenti' nel nostro paese, dalla ricerca e sviluppo allo stile, fino alle funzioni direzionali. L'Italia ribadirà che la mobilità sostenibile è un grande vettore di sviluppo in cui crediamo e per il quale abbiamo già erogato risorse e altre verranno erogate».
Insomma, da un lato Marchionne che 'annuncia' lo spostamento del quartier generale di Fiat a Detroit, che non chiarisce nulla sui 'famosi' investimenti in Italia, che ricatta gli operai con l'appoggio di Cisl e Uil; dall'altro Sacconi e il Governo che provano ad 'elemosinare' alla Fiat almeno il riconoscimento di interlocutori istituzionali fornendo come contropartita l'impegno a sostenere la linea di Pomigliano e Mirafiori anche in altri siti produttivi, sempre tramite i lori fidati sindacati.
Siamo tra la presa in giro e il ricatto, ma a pagarne il prezzo sono sempre le lavoratrici e i lavoratori!
Da controlacrisi.org

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