TERNI - “Lavorate con tenacia, con pazienza: come il piccolo rivolo contribuisce a ingrossare il grande fiume, a renderlo travolgente, così anche ogni piccolo contributo di ogni militante confluisce nel maestoso fiume della nostra storia, serve a rafforzare la grande famiglia dei lavoratori italiani, la nostra CGIL, strumento della nostra forza, garanzia del nostro avvenire”. Con queste parole, pronunciate da Giuseppe Di Vittorio poco prima di morire, il 3 novembre 1957, Enrico Panini, segretario nazionale della CGIL, ha concluso oggi l'attivo dei delegati della Camera del Lavoro di Terni. Un appuntamento che è stato in primo luogo occasione di dibattito sui temi di attualità, dalla crisi economica ai rapporti sindacali, dalle questioni della democrazia e rappresentanza nei luoghi di lavoro ai temi locali, come la vertenza del polo chimico.

Ma oltre a questo l'iniziativa della CGIL di Terni è stata caratterizzata da un dialogo-confronto tra diverse generazioni di sindacalisti. In apertura dei lavori, infatti, dopo la relazione introduttiva di Luigino Mengaroni, Lucia Rossi, segretaria generale della Camera del Lavoro, ha presentato il filmato “Il nostro mestiere”, una raccolta di interviste, a cura di Marco Vulcano, che hanno come protagonisti ex sindacalisti ternani, come Mario Andrea Bartolini, già segretario della Camera del Lavoro di Terni, Bruno Bellini, a lungo responsabile della Camera del Lavoro di Amelia e Alfredo Paccara, membro del primo consiglio di fabbrica delle Acciaierie di Terni.

E dopo aver ascoltato le parole e i racconti di questa generazione di sindacalisti, è stata la volta dei giovani, dei delegati e dei sindacalisti che oggi svolgono il delicato compito di rappresentare e difendere gli interessi dei lavoratori. Così, hanno preso la parola i rappresentanti della Rsu dell'Ast (tutti giovanissimi), i sindacalisti del Pubblico Impiego, i lavoratori della chimica e del terziario. Tutti testimoni dei profondi mutamenti che hanno interessato il mondo del lavoro e quindi il sindacato, senza però per questo spezzare quel filo rosso che collega le lotte dei braccianti e dei mezzadri degli anni '50 alle battaglie di oggi e che fa sì che la Cgil, in oltre 100 anni di storia, sia sempre rimasta il principale punto di riferimento delle lavoratrici e dei lavoratori di questo Paese.
 

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