Unità d'Italia, festeggiare o lavorare?
Confindustria chiede di abolire la festa del 17 marzo per evitare il ponte del 18. I leghisti d'accordo con Marcegaglia. Bossi: "Si deve lavorare". Sacconi: cerchiamo soluzione che concili i due aspetti. Cgil: festeggiare in modo adeguato

di rassegna.it
Non si placano le polemiche sulla festa per i 150 anni dell'Unità d'Italia, innescate pochi giorni fa da Emma Marcegaglia. La presidente di Confindustria ha chiesto al governo di rivedere il provvedimento che istituisce un giorno di festività straordinaria, il 17 marzo 2011, per celebrare la ricorrenza. Le imprese puntano il dito non solo sul 17, ma soprattutto sul giorno successivo: venerdì 18 marzo, sfruttando il quale molti italiani hanno già programmato uno dei rari ponti di quest'anno. Marcegaglia dice, in sintesi: non possiamo fermare la produzione per quattro giorni di fila. Negli uffici e nei luoghi di lavoro, però, si è già scatenata la corsa al ponte, e fermarla sembra difficile.

L'Italia si divide così in due partiti: dopo guelfi e ghibellini, dopo monarchici e repubblicani, viene l'ora di dividersi sul 17 marzo. A ben vedere una soluzione ragionevole ci sarebbe pure: festeggiare l'Unità d'Italia il 17 (ricorrenza che merita una celebrazione adeguata), e andare a lavorare il 18. Ma per fare questo non c'è bisogno di un decreto del governo.

La mossa di Confindustria però ha messo in fibrillazione l'esecutivo. "Stiamo cercando una soluzione che non pesi sulla crescita economica e allo stesso tempo consenta un'adeguata celebrazione di un evento cui diamo significato ogni 50 anni", ha detto a Labitalia il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, cercando di salvare capra e cavoli. Oggi in Consiglio dei ministri, ha proseguito Sacconi, "la decisione è stata rinviata. Certo, come direbbe Catalano, "è meglio lavorare e festeggiare insieme". Si sta dunque lavorando a una soluzione che concili i due aspetti.

Gli esponenti della Lega non hanno perso l'occasione per dare addosso alla "nazione unita". Secondo Umberto Bossi, ad esempio, la festa per l'Unità d'Italia "sarà percepita in modo diverso e diversa intensità a seconda dei luoghi". E comunque il 17 marzo "si deve lavorare".

Non da meno il ministro per la Semplificazione normativa e coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega Nord, Roberto Calderoli, che ha dichiarato: "Ho votato contro, a suo tempo, in Consiglio dei ministri e sono e resto completamente contrario al fatto che l'attribuzione delle caratteristiche di festività nazionale, conferita alla data del 17 di marzo, comporti la chiusura di molti uffici pubblici. In un periodo di crisi come quello attuale appare paradossale caricarsi dei costi di una giornata festiva, un evento significativo quale il 150esimo dell'Unità d'Italia può essere celebrato degnamente lavorando e non restando a casa'. Lo afferma il ministro per la Semplificazione normativa e coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega Nord, Roberto Calderoli.

A Corso d'Italia, sede nazionale della Cgil, la pensano in un altro modo. "Noi della Cgil, come cittadini, consideriamo l'Unità d'Italia una scadenza profondamente nostra. Si è trattato di un processo che ci ha consentito, oggi, di avere un Paese democratico, con uno sviluppo avanzato, in grado di far parlare di sé il mondo e di interloquire con il mondo". Lo dice ai microfoni di RadioArticolo1 Enrico Panini, segretario confederale del sindacato.

"Il lavoro non è stato un elemento indifferente all'Unità d'Italia, anzi. Si è intrecciato in modo consistente già nelle sue prime forme di rappresentanza. Rispetto alle polemiche sulle celebrazioni, la Cgil è schierata tra coloro che vogliono difendere e festeggiare in modo adeguato questo anniversario. Per questo - prosegue Panini -, tra il 16 e il 17 marzo, tante nostre sedi saranno aperte per offrire occasioni di incontro e occasioni culturali. Intendiamo scandire il 2011 con tante iniziative decentrate che le Camere del Lavoro stanno predisponendo e con alcune significative iniziative nazionali a partire da Milano il 2 giugno, Venezia, Firenze, Napoli, per ripercorrere e coniugare dentro la ricognizione storica anche un progetto per il futuro che fa dell'Unità d'Italia una delle scelte fondamentali per la nostra identità".

Da controlacrisi.org

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