Tanto ne sapevamo ieri l’altro e tanto ne è dato sapere oggi. Nell’incontro di ieri al Ministero dello sviluppo economico si è confermata la presenza di due manifestazioni di interesse, una iraniana ed una cinese, ma di certo non c’è ancora nulla. Ad ottantasei giorni esatti dalla chiusura dell’ultimo bando internazionale per la cessione della Merloni, il tempo pare che si sia sospeso in uno stato preoccupantissimo di indefinitezza e di genericità.
L’azione dei commissari si è infatti limitata allo stretto indispensabile e si registra il solo intervento, anzi la sola intenzione da parte dei commissari, in tutto ordinaria sotto il profilo tecnico e finanziario, di sollecitare la società iraniana Mmd e la cordata cinese rappresentata nell’holding G8 il versamento di una cauzione, che dimostri la serietà delle offerte. In due mesi e mezzo e a pochi mesi dalla scadenza del regime di benefici della Legge Marzano si registra così solo un’intenzione per un’azione di pressing ancora tutta da definire e da concretizzare per spingere i potenziali investitori a scoprire le carte e a trasformare dichiarazioni di impegno finora troppo vaghe in offerte vincolanti di acquisto.
Poco, troppo poco, quasi niente: ancora una volta si confermano le nostre valutazioni e, soprattutto, si rende necessaria quell’azione di forte sollecitazione rivolta a pretendere un impegno immediato e concreto del governo a porre in essere ogni iniziativa utile e necessaria per concretizzare queste manifestazioni di interesse e per facilitare gli eventuali investimenti a salvaguardia e per il rilancio del patrimonio industriale dell’Antonio Merloni, senza lasciare indietro nulla di intentato.
E’ l’obiettivo che ci siamo posti nel presentare l’ordine del giorno che verrà discusso nel consiglio comunale di giovedì prossimo. E’ infatti necessario rilanciare la mobilitazione istituzionale e sociale anche nel nostro territorio per pretendere un’elementare condizione sine qua non e per richiamare il Governo e il Ministero dello sviluppo economico alle loro più proprie ed ineludibili responsabilità in materia di politica industriale.
L’azione dei commissari è infatti insufficiente, a nostro giudizio anche fallimentare, e va comunque accompagnata, sostenuta, sul piano dell’intervento pubblico, da un impegno concreto e diretto da parte del governo affinchè si metta in campo un complesso di misure di politica industriale attiva, incentivante ed integrata necessario a costruire le condizioni di maggiore attrattività dell’azienda per gli eventuali investitori.
Perché ciò si realizzi, considerata la rilevanza economica e sociale di questa vertenza, è necessaria la convocazione immediata di un tavolo nazionale sulla Merloni alla necessaria presenza del Ministro dello sviluppo economico Paolo Romani che deve mettere sul tavolo tutte quelle carte che possano servire ad una soluzione positiva.
Solo il governo, con gli strumenti e le risorse di una seria politica industriale lo può fare. Al governo, prioritariamente, spetta farlo. Ma non solo con una telefonata di dieci secondi ai promotori della libertà.

Il Capogruppo
PRC – la sinistra per Gualdo
Gianluca Graciolini
 

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