Un trend impietoso è ciò che si evince dagli ultimi dati Istat. La disoccupazione dei giovani italiani tra i 15 ed i 24 anni è salita al 29%, il dato peggiore dal 2004. A ciò non si può non aggiungere la forte ascesa del precariato, la dilagante pratica del lavoro nero e la mancanza di ammortizzatori sociali.

Un’Italia in difficoltà e prossima all’inserimento nei PIGS, una crisi che non si arresta, ma che anzi mostra ora il suo lato peggiore. Un Paese distante dalla media europea, in ritardo con l’Ue. Basti pensare che ad innovazione siamo solo al 17° posto in Europa, e il Governo taglia i fondi alla ricerca; è importante pure osservare il 19% ca. di tasso di abbandono scolastico registrato in Italia, mentre l’illuminata Gelmini mistifica il valore del capitale umano e dell’apparato scolastico .
Una maggioranza incapace di porre rimedio alle allarmanti condizioni di lavoratori, giovani, precari, studenti e pensionati, un Governo circense che si attorciglia sui personalismi e sui gossip, quando non colpisce i diritti, la democrazia, la Costituzione.
E’ oramai palese l’incapacità, l’affanno e la non volontà di Berlusconi e compagnia di fare del lavoro, della ricerca, dell'innovazione i pilastri su cui ripartire, su cui rilanciare il Paese.
Noi Giovani Comuniste/i crediamo in un’uscita dalla crisi differente, sosteniamo la necessità di una valorizzazione piena del lavoro e della cultura, e riteniamo basilare porre al centro delle riforme non il capitale e la mercificazione dei valori costituzionali, ma l’individuo a cui vanno riconosciuti diritti e libertà intangibili ed esigibili. Fin’ora ci siamo impegnati a difesa del futuro e dei beni comuni, ed affronteremo ancora le criticità che attanagliano l’Italia e l’Umbria, chiedendo con forza il Piano regionale del Lavoro, l'istituzione del reddito sociale e l'approvazione della proposta di legge regionale di Rifondazione Comunista contro le delocalizzazioni.
 
Marta Melelli,
Giovani Comuniste/i Perugia

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