PRC. Vent'anni dalla fondazione
Quando 20 anni fa si svolse a Roma, in un teatro Brancaccio traboccante, l'assemblea nazionale del Movimento per la costituzione di Rifondazione Comunista, le parole contenute nell'appello finale:- Non il Comunismo è crollato sotto il regime dell'Est, ma sono crollati quei sistemi che rappresentavano l'alienazione dei nostri ideali-, liberarono definitivamente la nostra storia dalla schiavitù derivante dall'assimilazione che la propaganda capitalista proponeva con esperienze applicate, antitetiche per le condizioni che generarono al progetto di società leggibile sia nei nostri contenuti che nella filosofia che li ha determinati.
Il Comunismo nelle nostre concezioni è l'orizzonte più elevato della libertà e della speranza dell'umanità; in un mondo segnato dallo sfruttamento, dall'alienazione dall'Imperialismo e dalle guerre, le parole di quell'appello, scolpite in maniera indelebile nei nostri cuori, sono diventate per noi una corazza impermeabile per tutti gli attacchi reiterati ai nostri contenuti ed alla nostra identità.
Ogni volta che siamo caduti, sia stato per nostri errori giovanili, o per recrudescenze cicliche della storia, abbiamo sempre trovato la forza di rialzarci, forti, senza remora alcuna, della validità del nostro progetto politico.
Questo nelle intenzioni contempla la necessità di creare una Società di uomini liberi, in grado a prescindere dal sesso, dalla mansione lavorativa, dalla classe sociale e dalla razza di appartenenza di determinare il proprio progetto di vita.
Cari compagni un ringraziamento sentito va anche al testamento che con inenarrabili sofferenze i nostri padri ci hanno lasciato, è anche grazie a loro se noi oggi possiamo ancora sperare di creare un modello di società in grado di opporsi a quello capitalista, non dimentichiamolo mai siamone orgogliosi. Per non dissipare questa preziosa eredità è dirimente in questa pericolosissima fase denunciare con forza, che, il tentativo ora in atto altro non è che quello di riconsegnarci la società che avevamo durante il ventennio Fascista, una società che predisponeva l'appartenenza ad una classe per acquisizione di nascita, una società che attribuiva alle donne solo la potenzialità di procreazione e la lusinga di complemento per la forgia di un grande uomo, una società dove studiavano solo i figli dei grandi latifondisti e dei burocrati di Partito, una società in cui era preferibile non parlare affinché il nemico non ascoltasse, una società in cui avevi la certezza di morire nelle stesse condizioni in cui eri nato.
Il Destino di ogni uomo è insito nel suo carattere, non aspettiamo che siano gli eventi a fornire gli elementi per sconfiggere questo sistema basato sullo sfruttamento e l'alienazione dei diritti, usciamo fuori dalle nostre stanze armiamo i conflitti, ripartiamo dalle fabbriche, dai lavoratori dagli sfruttati solo così potremo ridare forza alla nostra idea alle nostre speranze.
C'é un proverbio africano che recita:- quando sei da solo, sperduto nella foresta e non sai dove andare l'unica possibilità di salvezza sta nel ricordare da dove sei partito-.
IL SEGRETARIO PROVINCIALE DEL PRC
MORBIDONI ANGELO

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