Elisa poteva essere salvata dal freddo? I dubbi della famiglia
di Nicola Bossi
CITTA’ DI CASTELLO – C’è un caso nel caso che sta prendendo forma dopo la strana e per certi versi assurda morte di Elisa Benedetti, 25 anni di Città di Castello. I familiari della ragazza parlano di un forte ritardo inspiegabile nel ritrovamento del corpo della ragazza “ad un solo chilometro dall’auto” rimasta intrappolata nella boscaglia. Il padre di Elisa è perplesso sulle operazioni, tanto da dire “se ne occuperà l’avvocato anche di questo, oltre che di quelle cose scritte non vere”. Mozziconi di frasi che lasciano intendere che “se i soccorsi avessero fatto prima forse Elisa non sarebbe morta dal freddo”. Ecco dunque che anche per questo aspetto l’autopsia – disposta per domani dalla magistratura – risulta essere fondamentale per capire le ragioni della morte e l’orario del decesso della ragazza.
Il ritrovamento del corpo privo di vita di Elisa Benedetti è avvenuto ieri intorno alle 12. L’inizio degli inquirenti della ricerca scatta intorno alle 1 quando Elisa chiama i carabinieri. Intorno alle 3 della notte anche l’amica avverte famigliari e forze dell’ordine della scomparsa. La domenica mattina è stata trovata l’auto nella strada impraticabile dentro la boscaglia. Solo grazie all’elicottero dei vigili del Fuoco di Arezzo è stato possibile individuare il corpo, mentre già da moltissime ore le squadre a piedi battevano il bosco. Il luogo impervio e le poche e confuse indicazioni di Elisa al centralino delle forze dell’ordine non sono stati d’aiuto per i soccorritori.

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