di Giuseppe Magroni

Terni. “Non entro nel merito del dibattito interno al Partito Democratico ma pongo un problema generale: con questo PD non si va da nessuna parte”. Damiano Stufara capogruppo in Consiglio regionale del Partito della Rifondazione Comunista per la Federazione della Sinistra riprende alla lettera l’appello lanciato dal sindaco Di Girolamo giovedì sera nella direzione comunale del PD.
“Siamo in una fase di crisi che richiede un impegno straordinario da parte di chi governa i territori”

E lei non lo vede questo impegno nelle due giunte?

“ Se il PD è bloccato dagli scontri interni ed è incapace di formulare scelte univoche e chiare su tutte le questioni non saremo in grado di realizzare il programma su cui si è fondata l’alleanza che ha riscosso il consenso dei cittadini”.

L’ex Margherita all’interno del PD dice che se le giunte segnano il passo è perché sono troppo sbilanciate a sinistra.

“Gli equilibri interni li hanno decisi gli elettori che alla Federazione della Sinistra hanno attribuito il ruolo di seconda forza della coalizione. Non si può rimettere in discussione quello che gli elettori hanno deciso. Dico anche che chi è stato eletto a guidare le istituzioni lo faccia e non si metta a organizzare la conta interna al partito”.

A chi si riferisce a Polli o a Brega?

“Ho visto le foto della riunione in Via Galvani e ho letto i resoconti”.

Su una cosa il PD è unito. Dice che non bisogna fermarsi ai tagli ma cambiare spesso?

“I tagli del governo Berlusconi sono irresponsabili, governare in questa fase è arduo ma proprio per questo è necessario avviare una fase nuova, decidere su scelte strategiche altrimenti siamo condannati al declino”.

Il pericolo più immediato per Terni è la proposta strisciante che sta avanzando in Giunta regionale, quella di un’unica azienda ospedaliera integrata, servizio sanitario pubblico e università, divisa fra Perugina e Terni. Con il Santa Maria ridimensionato

“Non c’è ancora nessun testo ma se la riforma fosse questa no penalizzerebbe solo Terni ma l’Umbria. Il rischio che vedo è che a spese dei cittadini si faccia un regalo gigantesco all’università. So bene le difficoltà in cui versa a seguito della riforma Gelmini, ma non è che gli Enti Locali stiano meglio. L’università è una risorsa nella sanità se porta valore aggiunto in termini di alta specializzazione e contenimento dei costi inutili”.

Che due aziende ospedaliere e quattro Asl siano troppe è un dato di fatto. Qual è la vostra controproposta?

“C’è un nostro progetto di legge che rivoluzionerebbe gli assetti. Noi pensiamo che per l’Umbria siano sufficienti due aziende sanitarie su scala provinciale, con l’abolizione delle aziende ospedaliere e gli ospedali di Perugina e Terni governati in maniera integrata con il territorio. Con gli ospedali di Perugia e Terni differenziati dagli altri dalla convenzione con l’università, convenzione unica, che costituirebbe il valore aggiunto. In questo modo si taglierebbero sovrapposizioni e costi inutili”.

In questa rivoluzione incombente sulla sanità che ha al centro la riduzione dei costi ha un senso il nuovo ospedale di Narni e Amelia?

“A questo si è data una risposta vent’anni fa. La discussione è cosa fare dentro l’ospedale di Narni e Amelia. Che sarà soprattutto riabilitazione più i servizi sparsi nei due ospedali. In questo modo si risparmierebbero tre milioni e mezzo di euro l’anno che la Asl4 spende come mobilità passiva solo per la riabilitazione e che da soli si ripagano i costi di costruzione del nuovo ospedale.
 

Dal Corriere dell'Umbria di domenica 30 gennaio 2011

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