Il recente tormentone “santi si, santi no”, da inserire nel nuovo Statuto della Regione dell’Umbria, apre di fatto un nuovo capitolo. Sì, perché oltre a Francesco e Benedetto è comparso un altro santo degno di nota, anzi una santa, santa Catiuscia Marini da Todi, attualmente presidente della Giunta regionale, che porta appunto a tre i santi umbri degni di apparire nella “carta” della Regione.

A chiarire lo stupore generale di fronte alla nuova santità è il fatto che Catiuscia merita il titolo di santa e quindi la menzione nello Statuto dal momento che è stata capace anche lei di operare miracoli. Quali? Ma la riduzione della moltiplicazione delle direzioni regionali, che grazie al suo intervento miracoloso scendono da sette a tre, un grande, vero miracolo, in una regione che per le sue ridotte dimensioni vedeva un numero di direttori fra i più alti, se non il più alto d’Italia.

Per molto, troppo tempo, i cittadini umbri, hanno invocato la grazia e questa alla fine è arrivata,: riduzione di poltrone, di ruoli e di stipendi, eccolo il miracolo! Come per tutti i miracoli, come ci insegna la storia, è numerosa la schiera degli scettici, di quelli che pensano che alla fine non si è trattato di un fatto così eclatante, che i risparmi per le casse regionali sono di poche decine di migliaia di euro e che alla fine dato il grande potere accumulato negli anni dai direttori estromessi, sarà molto difficile liberarsi di loro che usciranno dalla porta per rientrare, come si dice, dalla finestra.

E’ vero, anche i miracoli possono essere messi in discussione, lo fa anche la Chiesa prima di proclamare un santo, ma per alcuni santi c’è un fattore che ne accelera e avvalora la beatificazione: è il martirio. Sarà così anche per Catiuscia da Todi? Pare proprio di sì, già si levano grida indignate nei suoi confronti, accuse di eresia e simonia politica e chi le pronuncia non sono soltanto i direttori esclusi ma potenti pezzi della politica e delle istituzioni, qualcuno giunge a dire perfidamente che Catiuscia stia soltanto costruendo il suo “sistema” per sostituirlo a quello precedente e anche i sindacati (non tutti per la verità) prendono posizioni ostili. Insomma il martirio è nell’aria e come per tutti i martiri anche Catiuscia si appresta serenamente ad incontrare il suo.

Di che tipo sarà? Quale crudeltà staranno studiando i suoi potenziali carnefici? Sicuramente prepareranno un martirio esemplare che sarà di ammonimento per tutti coloro che intendessero seguirne la strada, che è quella della fede, della fede nel credere che l’Umbria possa essere diversa da come è attualmente, che possa mettere a frutto le sue notevoli potenzialità, i suoi talenti, il suo sapere, la sua professionalità, la sua cultura per realizzare uno sviluppo degno di questo nome , che porti lavoro e benessere in un contesto di equità e di giustizia. A coloro che pensano solo in termini di rendita personale, il miracolo di Catiuscia può risultare sicuramente pericoloso, per questo lo combatteranno con tutti i mezzi cercando di portarla al martirio per farla abiurare, ma il martirio consacra e non fa che rafforzare la santità.

Certo, essi pensano, “non si è quasi mai visto che un politico mantenga pienamente ciò che ha promesso in campagna elettorale”, se lo fa commette un’eresia e per gli eretici non c’è che la pena capitale! Ma le eresie sono quelle che hanno cambiato il mondo e anche quella di Catiuscia potrà cambiare quella realtà“politica” che per troppo tempo è stata imposta ai cittadini come ineluttabile. Sì, forse quello di Catiuscia non è un “grande” miracolo, ma è comunque un segnale di cambiamento e i miracoli da quando se ne ha memoria hanno sempre cambiato qualcosa, per questo sono importanti e vengono venerati insieme ai loro artefici. Altari per Catiuscia? Non è il caso, semmai aiuto e comprensione da parte di tutti quelli che credono che la politica possa essere “altro” anche in Umbria. Allora i santi sono tre.

GIAN FILIPPO DELLA CROCE

 

Condividi