Anno giudiziario/ Costagliola: il legislatore segue spinte emotive
PERUGIA - ''Gli interventi realizzati dal nostro legislatore non sono mai stati ispirati ad una razionalizzazione del sistema penale e di quello processuale, ma sono invece stati provocati dalle spinte emotive sostenute dai mezzi di comunicazione di massa o dalle emergenze sociali del momento''. Lo ha polemicamente affermato, tra l'altro, Giancarlo Costagliola, procuratore generale facente funzioni (in attesa che venga nominato il nuovo procuratore capo) nell'ufficio di Perugia, nell'intervento pronunciato in occasione della cerimonia di inaugurazione solenne del nuovo anno giudiziario nel distretto della corte d'appello dell'Umbria.
Alla presenza delle autorita' civili e religiose, il procuratore, nel ringraziare il primo presidente Wladimiro De Nunzio, insediatosi da pochi mesi, per l'intervento sullo stato della giustizia nel distretto, ha espresso la propria visione sul ruolo e la lentezza della giustizia stessa sottolinenando ''malgrado l'impegno dei magistrati, il numero dei procedimenti definiti e' inferiore a quelli sopravvenuti e tale restera' se nel corso del 2011 non saranno aumentati e non solo coperti gli organici di magistrati e collaboratori e verranno adottate soluzioni legislative idonee a contenere ovvero ad eliminare l'incremento''.
Sul punto, ovvero sulla necessita' dell'intervento del legislatore, il procuratore ha insistito ''mi domando quanto si dovra' attendere per ottenere una seria revisione dei ruoli delle Corti di Appello e delle Procure generali per cercare di porre riparo all'avvilente fenomeno delle crescenti prescrizioni dei processi nella fase di appello''. ''Mi domando perplesso - si e' poi chiesto - se le cause della lentezza della macchina giudiziaria possano ridursi solo ad una revisione in aumento degli organici e ad un'assegnazione di maggiori risrse di personali e mezzi. Non sarebbe invece meglio - ha concluso - affrontare il problema anche con altri interventi legislativi ed altri mezzi?''.
''Dopo decenni in cui ha regnato un incontrastato 'panpenalismo' fondato sull'erronea convinzione che tutti i divieti dovessero essere imposti con la previsione di una sanzione penale, sarebbe stata necessaria una massiccia depenalizzazione'', ha osservato ancora Costagliola in una altro passaggio del suo intervento.
La depenalizzazione, per il procuratore, avrebbe dovuto essere ''piu' massiccia di quella tentata con pochi provvedimenti che addirittura in alcuni casi per un verso hanno depenalizzato alcune contravvenzioni e per un altro hanno istituito nuove fattispecie di reato''. Costagliola ha citato ad esempio ''la non comprensibile modifica della disciplina delle sostanze stupefacenti, che modificando la misura della sanzione penale, ha aggravato le condotte illecite relative alle droghe leggere ed ha attenuato la pena per quelle pesanti''.
''Dopo meno di un anno da queste riforme - ha ripreso - e' stato invece concesso l'indulto in misura maggiore di tutti i precedenti con pochissime restrizioni applicative ed al solo scopo di svuotare le carceri che erano sovraffollate di extracomunitari e di recidivi reiterati''.
Per il procuratore ''a fronte di una legislazione che ha realizzato un crescente inasprimento delle pene per i reati commessi dai c.d. clandestini, il legislatore, con la legge 199 del novembre dello scorso anno, ha disposto almeno per un triennio l'ampiamento delle condizioni per l'applicazione dell'istituto della detenzione domiciliare, sostitutiva della carcerazione per tutti i detenuti che devono espiare gli ultimi 12 mesi di pena detentiva''. Una soluzione ostacolata, per Costagliola ''dalle condizioni ed i requisiti per accedere al beneficio'' tradottasi nel distretto di Perugia ''in cui la popolazione carceraria conta 1667 detenuti, superiore di 533 unita' alla ricettivita' definita regolamentare, nel primo mese di applicazione della legge solo 25 detenuti hanno potuto beneficiare della misura alternativa''.

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