TORINO - Sguardi bassi e passo veloce, la maggior parte degli operai che stanno uscendo dalla porta 2 dello stabilimento di Mirafiori assediato da microfoni e telecamere preferisce non fermarsi a parlare con i giornalisti. I pochi che lo fanno hanno quasi tutti votato "No" e le loro dichiarazioni sono piene di rabbia: "Lavoro qui da 32 anni - dice un'operaia - a Mirafiori ci abbiamo lasciato la salute e la gioventu'. Ho votato no, speriamo bene".

Mentre dal microfono del presidio dei sindacati di base un applauso ha accolto il primo dato parziale che da' i No in vantaggio, c'e' chi spiega che tra gli operai in fabbrica c'e' stato confronto ma non tensione tra favorevoli o contrari: "Abbiamo parlato molto - dice una donna - ma non c'e' stato un muro contro muro: ognuno capisce le ragioni dell'altro".

"A sentire i colleghi sembra che abbiano tutti votato No - dice Giacomo, in Fiat da 15 anni - vedremo che succedera'. Ma questa non e' mica democrazia".

Stella, da 32 anni a Mirafiori, e' tra le poche che non ha problemi a dire che ha votato per il si' in modo convinto: "Non credo che ci sia stato un ricatto, ho votato si' perche' credo in Marchionne e ho fiducia in quello che sta facendo. Spero che come Mourinho ha salvato l'Inter, Marchionne salvi la Fiat".

 

Infine Lorenzo, 33 anni, pensa che "non importa chi vince: sara' comunque una sconfitta per gli operai, non solo di Mirafiori, perche' se siamo dovuti arrivare a un referendum vuol dire che il Paese e' messo davvero male".

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