Le/i Giovani Comunisti di Perugia valutano molto negativamente il ricatto che Marchionne sta conducendo nei confronti degli operai Fiat. Mentre l’ A.D. di Fiat sottolinea come questo sia un “grande momento” per consentire la ripresa industriale, donne e uomini, operai di Fiat, vedono smantellate le conquiste, il diritto ad eleggere i propri rappresentanti e il contratto nazionale di lavoro attraverso un referendum vergognoso. Un vero e proprio attacco senza precedenti alla Costituzione con la conseguente riduzione del lavoro a variabile in mano all’azienda. In questo contesto, il Governo è stato ed è complice di una eversione antidemocratica, tra l'altro con il consenso di sindacati amici e minoritari. Del resto colpire sindacato e lavoratori, con l’effettiva “cancellazione” della rappresentanza Fiom quale unica organizzazione non firmataria dell’accordo, è soltanto l’ultimo, drammatico, atto chiaramente antidemocratico dell’attuale maggioranza di Governo dopo, ad esempio, la riforma universitaria e il collegato lavoro.
Dopo il ricatto di Pomigliano anche per Mirafiori il lavoro è ridotto a merce. Una politica industriale regressiva e in netta disarmonia con i principi della Costituzione sta conducendo il Paese al ritorno a pratiche fasciste e reazionarie per la soppressione delle libertà. Le implicazioni di tale accordo ricadranno su tutto il mondo del lavoro.
Per questo le/i Giovani Comunisti di Perugia sostengono la battaglia della Fiom e lo sciopero del 28 gennaio: siamo dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori e pensiamo sia necessario costruire un movimento unitario anche con la partecipazione degli studenti in una lotta generalizzata per i diritti e la democrazia. Per lo sciopero generale.
 
Marta Melelli
Giovani Comunisti Perugia
 

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