Ordine del giorno conclusivo dell’assemblea regionale de “La Cgil che vogliamo"
PERUGIA - L’assemblea regionale dell’area “La Cgil che vogliamo” riunitasi in data 5 gennaio, alla presenza di Carlo Podda, esponente nazionale dell’Area, presso la sede della Cgil regionale, individua nella vicenda Mirafiori un vero e proprio spartiacque per le relazioni industriali e sindacali e un indicatore di come viene vissuta la democrazia nel nostro Paese.
L’accordo siglato con la Fiat, infatti, rappresenta un attacco senza precedenti ed è l’ultimo anello di una catena che si è composta con l’aggressione al lavoro pubblico, attraverso l’attuazione del blocco dei contratti, dei licenziamenti di massa nella pubblica amministrazione e nella scuola, con una legiferazione tesa a smantellare l’ossatura portante dello statuto dei lavoratori e della contrattazione con il collegato lavoro.
La condizione generale dei lavoratori sta subendo un progressivo e netto peggioramento. Bisogna avere la convinzione, la forza, il coraggio di affermare che ci sono diritti indisponibili al negoziato e alla contrattazione, in quanto sanciti dalla Costituzione.
In questa condizione è drammaticamente urgente che si prenda atto di aver di fronte una situazione di eccezionale gravità a cui tutta l’Organizzazione deve essere in grado di rispondere con la massima consapevolezza e partecipazione, e con una grande capacità di mobilitazione.
Di fronte all’attacco più efferato degli ultimi anni alle condizioni di vita e di lavoro è ormai inevitabile dare continuità alle mobilitazioni del 16 ottobre, del 27 novembre e del movimento studentesco con la proclamazione dello sciopero generale a sostegno di una piattaforma che la CGIL deve elaborare superando le posizioni congressuali. Anche per questo,lo sciopero proclamato dalla FIOM per il 28 gennaio 2010 deve rappresentare per tutta la CGIL una grande giornata di mobilitazione a sostegno della democrazia e dei diritti.
Per quanto riguarda la nostra regione, l’Umbria, è necessario ribadire che stiamo assistendo ad un progressivo impoverimento del tessuto economico, produttivo e sociale. E’ necessario, pertanto, che si apra immediatamente una vertenza per il “Piano per il lavoro”, sia nei confronti delle associazioni datoriali che della pubblica amministrazione, difendendo innanzitutto l’occupazione esistente. Si pone l’esigenza di attivare un tavolo permanente per affrontare la crisi delle varie industrie e per comporre un vero piano produttivo che rilanci l’economia nel nostro territorio.
E’ necessario inoltre tutelare e implementare quel welfare articolato e diffuso che ha garantito in Umbria innovazione e coesione sociale, messo in grave difficoltà dai tagli governativi, che per l’Umbria nel 2011 comporteranno in trasferimenti circa 100 milioni di euro in meno.
La Giunta Regionale deve adottare tutte quelle misure di razionalizzazione utili a riformare il sistema della pubblica amministrazione, eliminando sprechi e privilegi e garantendo servizi pubblici di qualità. E’ decisivo nella mobilitazione l’apporto determinato delle forze più vivaci di ogni territorio, perché abbia voce l’opposizione contro una politica che peggiora le condizioni di vita degli individui, delle famiglie, dei giovani e che sempre di più toglie speranze di futuro al nostro Paese e ai suoi cittadini.

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