Città di Castello/ Ordine del giorno Prc di sostegno alla Fiom
Il Capogruppo consiliare del Prc- Sinistra Europea si è fatto promotore di un ordine del giorno con il quale invita il civico consesso ad esprimere adesione e sostegno allo sciopero generale di categoria proclamato par il 28 gennaio prossimo dalla Fiom Cgil.
“Le società democratiche – scrive Alcherigi - considerano e pongono il lavoro a loro fondamento, esattamente come la Repubblica italiana che come recita l'Art 1 della Costituzione è una repubblica democratica fondata sul lavoro” e “solo attraverso un pieno dispiegarsi, nell'ambito dei diritti costituzionali, di questo principio si controbilanciano i potentati economici, si alimenta la discussione pubblica, si controlla l'esercizio del potere politico”.
Per il capogruppo di Rifondazione Comunista, inoltre, “non vi può essere, in una società democratica, un interesse di parte, quello delle imprese, superiore a ogni altro interesse e a ogni altra agione” e “i diritti, sia quelli individuali, sia quelli collettivi, non possono
essere subordinati all'interesse della singola impresa o del sistema delle imprese”.
Alcherigi considerane anche che “gli ultimi venti anni si è determinata la continua riduzione del lavoro, in tutte le sue forme, precarizzazione, individualizzazione del rapporto di lavoro, aziendalizzazione della regolazione sociale del lavoro, con il salto di
qualità rappresentato dal cosiddetto "collegato lavoro" approvato dalle camere che rende pressoché impossibile per il lavoratore ricorrere alla giustizia ordinaria e che da ultimo, oltre alla distruzione del Contratto Nazionale di Lavoro, si vuole sostituire allo Statuto dei diritti dei lavoratori uno statuto dei lavori; la trasformazione linguistica è di per sé auto esplicativa e a essa
corrisponde il contenuto. Il passaggio dai portatori di diritti, i lavoratori che possono esigerli, ai luoghi, i lavori, delinea un processo di astrazione/alienazione dove viene meno l'effettività dei diritti stessi.
“L'idea di governo, Confindustria e Fiat – si dice anche nel documento - di una società basata sulla sostituzione del conflitto sociale con l'attribuzione a un sistema corporativo di bilanciamenti tra le organizzazioni sindacali e imprenditoriali, sotto l'egida governativa, del potere di prendere, solo in forme consensuali, ogni
decisione rilevante sui temi del lavoro, comprese le attuali prestazioni dello stato sociale, rappresenta un disegno di riscrittura complessiva in senso autoritario delle relazioni sindacali, dall’accordo di Pomigliano, alla disdetta del contratto nazionale dei meccanici, fino al diktat di Marchionne su Mirafiori”.
L'accordo di Mirafiori determina poi la cancellazione dei sindacati che non lo firmano, l’impossibilità che abbiano una rappresentanza aziendale, la loro abrogazione di fatto: l'annientamento di un diritto costituzionale inalienabile.
Queste, dunque - è la considerazione conclusiva di Alcherigi - le ragioni che stanno alla base dello sciopero del 28 gennaio al quale le forze politiche democratiche e le istituzioni repubblicane devono dunque aderire ed assicurare sostegno per favorire il massimo della partecipazione delle cittadine e dei cittadini, delle lavoratrici e dei lavoratori del territorio ad una mobilitazione fondamentale per la difesa dell’intero mondo del lavoro, della democrazia, dei diritti, della Costituzione.

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