I dati divulgati dalla Uil nazionale sull’incidenza del “lavoro in nero” nelle singole realtà regionali del Paese, confermano quello che, purtroppo, è un dato consolidato anche in Umbria.
Infatti i dati del rapporto Uil dal 2006 al 2010 delle ispezioni del Ministero del Lavoro ci dicono che il 59,4 per cento delle imprese umbre controllate utilizzano lavoratori irregolari, in particolare nei settori dei servizi e dell’edilizia.
Il dato serio e più che preoccupante, che significa illegalità, evasione contributiva, riduzione delle tutele e dei diritti dei lavoratori, esposizione agli infortuni, concorrenza sleale tra imprese, messa in difficoltà degli imprenditori che rispettano le leggi.
L’impegno della Giunta Regionale dell’Umbria, è definire i regolamenti attuattivi della legge sugli appalti n. 5/ 2010, dove è essenziale rendere trasparente la tracciabilità del denaro pubblico circolante, la congruità della mano d’opera impiegata nelle singole opere, l’applicazione puntuale del DURC (Documento unico di Regolarità Contributiva), il sostanziale superamento delle gare d’appalto al massimo ribasso per rendere più diffusa la gara con “l’offerta economicamente più vantaggiosa”, l’esclusione dei costi per la sicurezza nei cantieri dal conteggio per le gare d’appalto.
Misure, forse, non completamente sufficienti a stroncare il lavoro nero in Umbria, ma probabilmente adeguate a ridurlo.
Ovviamente il ripristino delle regole, della trasparenze e della legalità sono e restano la priorità di questo assessorato.

 

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