PERUGIA - L’Unione Sindacale di Base (USB) Pubblico Impiego Sanità, dopo aver inutilmente cercato un colloquio con la Direzione Generale della ASL 2 e dopo il fallimento della conciliazione prefettizia, richiesta dalla stessa USB e avvenuta, di fronte al Prefetto di Perugia, il 16 dicembre 2010, è stata costretta a dichiarare 24 ore di sciopero per la giornata del 10 gennaio c.a.

L’USB – si afferma in una nota - ha ripetutamente richiesto alla ASL 2 l’accesso a documenti ed informazioni, elemento fondamentale, propedeutico a qualsivoglia attività sindacale, non ottenendo dapprima alcuna risposta e successivamente vedendosi rifiutare la possibilità di estrarre copia di atti amministrativi e addirittura di visionarli.

Le informazioni oggi in possesso della USB derivano dunque esclusivamente dai lavoratori e dal loro lavoro quotidiano.
Numerose sono state le “vertenze” aperte e mai chiuse, quali:
• l’indisponibilità per i dipendenti che lavorano nella struttura di P.le Europa, di parcheggi non a pagamento, con un costo mensile dell’abbonamento per la sosta che azzera di fatto l’ultimo adeguamento contrattuale;

• il mancato pagamento delle ore notturne del personale della portineria dell’Ospedale di Assisi;
• la contestazione dell’Accordo Integrativo Decentrato Aziendale che ha premiato solo le Posizioni Organizzative, sovradimensionate rispetto l’effettiva necessità e che interessano una minoranza di operatori, a discapito dei passaggi di fascia delle progressioni orizzontali, alle quali è interessata la maggior parte dei dipendenti e per i quali si introducono elementi di valutazione (crediti ECM) non previsti dal contratto nazionale.
Numerose sono anche “nuove” questioni oggetto di ulteriori rivendicazioni e confronto:
• la corresponsione di un adeguato buono pasto;
• il riconoscimento del tempo necessario alla vestizione degli operatori all’ingresso ed all’uscita dal servizio, attualmente non considerato;
• la mancata l’applicazione del cosiddetto superstraordinario per gli infermieri ed i tecnici di radiologia, per gli evidenti casi di carenza d’organico (decreto legge 402/2001, cosiddetto “decreto Sirchia”);
• l’informazione sull’utilizzo delle risorse economiche derivanti dalla riconversione dell’indennità infermieristica individuale e destinate, come previsto dall’art. 40 (tutt’ora in vigore) del CCNL 1998/2001, all’incremento del fondo previsto dall’art. 39 dello stesso CCNL;
• l’istituzione di un “gettone chiamata” per il rientro al lavoro dal riposo, per esigenze di servizio, di operatori presenti in una lista di volontari;
• la strana anomalia di una dirigenza che “centra” sempre i propri obiettivi di risultato, accedendo cosi ad un cospicuo premio, e di infermieri e operatori che vedono misconosciuto il loro impegno e non accedono a nessun’incentivo ( vedi per esempio il mancato pagamento degli incentivi agli infermieri promessi per gennaio).
Si tratta, come si può ben capire di tutta una serie di “istituti” particolarmente importanti in un momento in cui il blocco triennale delle retribuzioni e degli scatti di anzianità contrapposto all’aumento del costo dei servizi, anche quelli di fondamentale utilità, rende sempre più problematica la gestione dei bilanci familiari.

Si è aperta così la strada al cosiddetto principio della meritocrazia introdotta dal decreto ''Brunetta'' di cui questa azienda si è offerta per sperimentarne l'applicazione, che ha creato privilegi per pochi e competizione tra lavoratori, nonchè politiche di gestione tendenti alla riduzione di garanzie dei lavoratori per depotenziare i servizi pubblici e ricorrere così all'esternalizzazione di interi settori della sanità e allo sfruttamento dei lavoratori precari delle agenzie interinali.

Rappresenta anche un elemento di trasparenza dell’azione della Dirigenza della ASL, fattore che dovrebbe sempre guidare l’operato della pubblica amministrazione e che rappresenta un requisito indispensabile per un corretto rapporto con i lavoratori e con i loro rappresentanti sindacali.

 

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