"La CGIL che vogliamo" VI/ Vasco Cajarelli: "Battere l'idea della rassegnazione"
di Barbara Isidori- “Siamo di fronte ad uno spartiacque nel mondo della vita dei lavoratori e dobbiamo prenderne consapevolezza. La vicenda di Mirafiori e Pomigliano sta dando il via ad una fase che non può essere sottovalutata per la sua portata storica. Un sindacato responsabile deve prendere atto della situazione e la CGIL deve decidere subito da che parte stare. Il rischio gravissimo è che FIOM diventi un’anomalia e non la FIAT. La situazione è insostenibile e non possiamo stare con le mani in mano rassegnandoci che questa sia la soluzione. C’è tutta una battaglia da fare senza pensare di essere già sconfitti. Si può pensare che esista la democrazia se un referendum viene firmato sotto ricatto per i lavoratori? E’una scelta questa? La democrazia può essere solo quella di Marchionne? Questo referendum sulla condizione dei lavoratori della FIAT è illegittimo e abbiamo l’obbligo di dover fare qualcosa di più. Anche a livello di CGIL. Abbiamo pensato ad una raccolta di firme all’interno di ogni posto di lavoro per capire le reali condizioni e procederemo verso lo sciopero del 28 gennaio prossimo che deve partire dal basso e coinvolgere sempre più persone. Per cui si allo sciopero. Se non ora altrimenti quando? La situazione della FIAT è emblematica non solo per l’Italia ma anche per il nostro tessuto produttivo regionale, visto che l’indotto coinvolge circa 2000 lavoratori umbri.
Il paradosso è che si torna indietro pensando e proclamando che questo sia il futuro. E chi paga? I nostri lavoratori con un miliardo e 200 mila ore di cassa integrazione. La CGIL deve porsi delle domande e muoversi in questa direzione cercando di costruire un consenso. Se pensiamo di cancellare la FIOM perché è un’anomalia non possiamo andare avanti scongiurando l’ipotesi sciagurata che nella vicenda di Mirafiori vincano i si. Ci dobbiamo togliere dalla testa di poter subire la crisi che parte di noi vivono drammaticamente. Il nostro obiettivo è battere l’idea che dobbiamo rassegnarci anche all’interno della nostra organizzazione“.

Recent comments
12 years 15 weeks ago
12 years 15 weeks ago
12 years 15 weeks ago
12 years 15 weeks ago
12 years 15 weeks ago
12 years 15 weeks ago
12 years 15 weeks ago
12 years 15 weeks ago
12 years 15 weeks ago
12 years 15 weeks ago