La "Cgil che vogliamo" II/ Apre l'assemblea Paolo Favetta
di Barbara Isidori - Perugia - Dobbiamo dare una risposta seria ai problemi seri che attanagliano i nostri lavoratori. Se davvero rappresentiamo la parte migliore del paese dobbiamo superare le nostre divergenze e dare una risposta seria a chi ci attacca. Dobbiamo evitare che la figura del “povero” diventi una categoria sociale. Purtroppo stiamo assistendo ad una situazione senza precedenti in cui la vicenda di Mirafiori rappresenta l’ultimo anello del più grande attacco fatto al lavoro pubblico. Un titolo de “Il Manifesto” , miseria lavoro, credo che possa sintetizzare al meglio la crisi. E’la prima volta dal secondo dopoguerra che il lavoro pubblico non assicura più una vita dignitosa. E proprio in questa situazione deve incunearsi la CGIL proponendo politiche attive per cercare di cambiare le carte in tavola. Ormai la situazione è insostenibile. E anche per questo dobbiamo sostenere la FIOM stando vicino ai lavoratori nella vicenda Mirafiori e al movimento sindacale. Non dobbiamo pensare che vinca il si rassegnandoci ma cercare di unirci per pensare che possa essere realizzabile anche il contrario. Non possiamo permetterci ancora una sconfitta culturale della sinistra e della nostra organizzazione. Bisogna lavorare perché possiamo dare voce alla voce di riscatto e di democrazia che si respira nel popolo.

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