di Antonio Torrelli - Perugia - L’obiettivo rimane quello di impedire che il modello Marchionne dilaghi in Italia. E in Umbria. Soprattutto se si tiene in considerazione il fatto che nella nostra regione gli stipendi e i salari sono più bassi del 10 per cento rispetto alla media nazionale. Giusto segretario?

“Questi dati confermano che qui il disegno di Marchionne non solo è ingiusto dal punto di vista dei diritti dei lavoratori e della nostra democrazia, ma anche inapplicabile sulla base di questo grande divario che purtroppo viviamo rispetto al panorama nazionale”.

Ma allora, perché c’è una parte della Cgil che vuole “serrare i ranghi” all’interno del sindacato per far assumere una posizione decisamente inflessibile che muove contro la politica industriale di Marchionne?

“In primo luogo c’è da dire che in Umbria esiste un governo unitario, ma, se vogliamo andare oltre, sinceramente non riesco a capire perché alcuni esponenti della minoranza pensino ancora di non avere quella riconoscenza che da tempo è radicata nella Cgil. Se, come credo, questa discussione si inquadra invece nel contesto nazionale, è giusto dire che il pluralismo è un valore, ma allo stesso tempo è necessario fare sintesi e tutelare i lavoratori, perché guardarsi l’ombelico non serve a nessuno”.

Quindi, sulla base di queste sue spiegazioni, l’equilibrio della Cgil rimane appeso all’esito del referendum di Mirafiori. E se dovesse vincere il “sì”?

“Questo è il punto vero della discussione, cioè prendere atto, data la posizione assunta da Cisl e Uil, che non è scontato il risultato che noi tutti ci auguriamo. Su questo dobbiamo riflettere tutti uniti, altrimenti rischiamo, in caso di sconfitta referendaria, di essere estromessi dai giochi”.

E questo la Cgil non se lo può permettere, giusto?

“Assolutamente no. Maggioranza o minoranza, la Cgil rimane la massima espressione della rappresentanza sindacale in questo Paese e credo (non solo auspico) che continuerà ad esserlo ancora per molto tempo anche dopo l’importante appuntamento di Mirafiori”.


 

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