di Antonio Torrelli - “Tutto nasce da Pomigliano e prima ancora con la legge Brunetta e l’attacco al pubblico impiego”. Parte da lontano il segretario della Funzione pubblica umbra, che, nel giorno del grande appuntamento regionale della “Cgil che Vogliamo”, ricostruisce le difficoltà attraversate da un’Umbria in crisi, inserita in una cornice nazionale che, per ora, non promette nulla di buono per il futuro. “Mirafiorni è solo uno degli ultimi attacchi ai diritti dei lavoratori e alla nostra democrazia -spiega Scarpelli-, che sommati tra loro compongono uno scenario nazionale poco confortante verso il quale la Cgil non può concedere spazi e tentennamenti”. Che non significa semplicemente appoggiare il “no” al referendum di Mirafiori, ma, in particolar modo, cambiare qualcosa all’interno della stessa Cgil. “Le regole della democrazia non si cambiano -prosegue il segretario di Fp- e su questo il nostro sindacato deve mostrare assoluta consapevolezza, soprattutto in vista di un 2011 che si prefigura più difficile rispetto all’anno appena terminato”. E che in Umbria continuerà ad assestare duri colpi ai già preoccupanti numeri delle voci “occupazione” e “lavoro”, sempre collocati al di sopra della media nazionale. Per questo, all’appuntamento di oggi, dove sarà presente anche l’esponente nazionale della “Cgil che Vogliamo” Carlo Podda, si sommano grandi aspettative affichè in Umbria si possano promuovere con urgenza le riforme necessarie promesse dalla Presidente Marini (soprattutto in fatto di razionalizzazione, diminuzione degli sprechi e snellimento delle difficoltà gestionali) e dare modo, dunque, di “tutelare i lavoratori -conclude Scarpelli-, rilanciare l’economia privata, salvaguardare l’esperienza umbra di un sistema welfare radicato, innovativo e di altissimo livello che rischia il collasso se non ci saranno al più presto provvedimenti concreti contro i tagli al sociale”.

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