TORINO - La messa al bando delle buste di plastica ha portato la Novamont di Novara, produttrice del mater-Bi, l'ingrediente derivato dall'amido di mais necessario per produrre i sacchetti biodegradabili chiamati a sostituire i vecchi shopper di politene, ad aumentare la propria capacita' produttiva da 80.000 a 130.000 tonnellate all'anno entro marzo (erano 40.000 nel 2009).

L'azienda, con i suoi stabilimenti di Novara (per la ricerca) e di Terni (per la produzione), i suoi 200 dipendenti, il suo fatturato di 80 milioni di euro e i suoi investimenti pari al 7% del fatturato ha infatti gia' ingranato la quinta. Il fatturato previsto per il 2010 e' di 93 milioni di euro ma tutto fa pensare che aumenti ulteriori ci saranno anche negli anni a venire in considerazione dei cambiamenti nel settore industriale di materiali bio. ''Questo - ha detto l'amministratore delegato, Catia Bastioli - e' per noi un momento importante, che ci permette di portare a conoscenza del grande pubblico la rilevanza di un progetto ambientale e industriale che crediamo importante per il sistema paese. Negli ultimi 5 anni abbiamo fatto investimenti per 50 milioni di euro. Crediamo in quello che stiamo facendo, anche se all'inizio, quando, nel 1989 e' nata la Novamont, molti ci prendevano in giro''. Azienda leader a livello internazionale nel suo settore, Novamont e' figlia della Fertec, (Gruppo Ferruzzi), dedicata anch'essa alla ricerca nel settore delle materie rinnovabili. Oggi ne sono soci Banca Intesa e Investimenti Associati. I numeri di questa cosi' particolare ma fondamentale produzione sono ancora comunque molto piccoli rispetto a quelli del mondo della plastica, basti pensare che altre due aziende che producono polimeri come la Novamont, la tedesca Basf e l'americana Cargill (insieme le tre aziende coprono il 60% del mercato mondiale che rappresenta comunque il 5% del settore della plastica) hanno fatturati a 10 zeri. ''Ma e' un settore in espansione - ha concluso Bastioli - che portera' alla nascita in Italia di nuove aziende''.
 

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