Non piace alla lobby delle tre “C” (cavatori, cementieri e costruttori) l’attuazione del piano casa in Umbria. Ci sono ancora troppe limitazioni, le premialità per le ristrutturazioni non sono sufficienti e attrattive, così come farraginose sono le nuove norme per ampliamenti e ristrutturazioni degli annessi agricoli.
Esprime queste perplessità il capofila dei costruttori umbri, il presidente dell’Ance regionale Calzoni, che lamenta anche il fatto che permangano troppe limitazioni e che ci siano ancora poche possibilità di derogare agli strumenti urbanistici vigenti in termini di distanze, altezze, allineamenti e standard.
Insomma la legge umbra di attuazione del piano casa è tropo poco sbilanciata verso la deregulation del settore e la cementificazione del territorio. E questo non piace ai costruttori.
Peccato dunque che la normativa nella nostra regione sia uno strumento che cerca di aiutare un settore in crisi, e lo fa con concrete agevolazioni e semplificazioni, evitando la cementificazione indiscriminata, l’allentamento dei controlli, e salvaguardando quegli elementi a tutela dell’ambiente e del territorio per limitarne un consumo selvaggio. Per i costruttori si poteva fare di più. L’ambiente umbro, invece, ringrazia. Un altro passo verso uno sviluppo sostenibile.
 

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