PERUGIA - ''Non nascondiamo un certo stupore, di fronte a prese di posizione di alcune organizzazioni datoriali del settore, tanto positive quanto stranamente piu' che tempestive''. Cosi' il presidente di Ance Umbria Massimo Calzoni a seguito della delibera del Consiglio Regionale che ha apportato ulteriori modificazioni alla legge regionale 13/2009, cosiddetto ''Piano casa''.

''Ance Umbria - prosegue - apprezza il dichiarato intento del legislatore regionale di incentivare gli interventi previsti dalla legge in questione che, ad oltre un anno dalla sua entrata in vigore e a pochi giorni dalla scadenza del termine fissato per la presentazione delle istanze per alcune tipologie di intervento, e' rimasta sostanzialmente inattuata. Insuccesso che, peraltro, era stato ampiamente previsto dall'Ance''.
''A suo tempo - sottolinea Calzoni -, la nostra Associazione evidenzio' come, se queste dovevano essere misure contro la crisi, sarebbe stato pressoche' impossibile pensare di rilanciare il settore e l'economia regionale, con un provvedimento che presentava forti e pesanti limitazioni, sia per quanto riguarda gli ambiti in cui venivano concessi gli incentivi, sia per cio' che concerne la scarsa attrattivita' degli stessi in termini quantitativi''. Le nuove disposizioni, se da una parte appaiono risolvere almeno parzialmente quest'ultimo problema, poco o niente innovano per quanto concerne i presupposti che consentono concretamente, sul piano operativo, di realizzare gli interventi in questione. A seguito di un esame delle singole disposizioni, aggiunge il presidente ''sono state incrementate - seppur in misura molto minore da quella auspicata dalla nostra associazione ed in una quantita' notevolmente lontana da quella necessaria a rendere economicamente sostenibili gli interventi - le percentuali di premialita' in termini di superficie utile realizzabile, sia per gli ampliamenti che per le demolizioni e ricostruzioni. Con cio' non si vuole negare, quindi, che in alcune fattispecie, come ad esempio per le premialita' previste per la certificazione di sostenibilita' ambientale e come per gli interventi di ampliamento degli edifici non residenziali, il provvedimento in questione potrebbe comunque costituire un incentivo importante''. ''Permangono pero' - conclude - a nostro giudizio, ancora forti limitazioni legate all'effettiva applicabilita' ed efficacia del provvedimento. Ne deriva quindi, a giudizio della nostra associazione, un quadro di riferimento ancora assolutamente inadeguato alle originarie finalita' e presumibilmente, con rammarico, destinato ad un ulteriore insuccesso''.

 

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