Capodanno/ Cia: 2 milioni di chili di lenticchie nel piatto degli italiani
ROMA - ''E' corsa all'ultimo sacchetto di lenticchie. Gli italiani non possono farne a meno per salutare il vecchio anno e accogliere quello nuovo. Accompagnate dal sugo di pomodoro con cotechino, zampone o salsiccia gli italiani ne consumeranno il quantitativo boom di oltre 2 milioni di chili, nell'arco di 24 ore''. E' quanto stima la Cia-Confederazione italiana agricoltori in riferimento al consumo di lenticchie in Italia tra il 31 dicembre e il primo gennaio 2011. ''Circa il 90 per cento della popolazione - sottolinea la Cia - le assaggera' per gola e tradizione, quella tradizione che attribuisce al piccolo legume il ruolo 'portafortuna' per il nuovo anno. Il consumo pro-capite sara' di circa 20/30 grammi, e solo il 10 per cento non le mangera' per intolleranze e per gusto personale. La lenticchia - spiega la Cia - il cui nome scientifico e' 'lens culinari', detta anche lente, e' il seme di un'erba annuale della famiglia delle Fabaceae, coltivata praticamente in tutto il mondo. La pianta e' composta da uno stelo rampicante che raggiunge i 50 cm di altezza, e possiede dei baccelli rettangolari e schiacciati che racchiudono 2-3 semi dalla forma tondeggiante e appiattita, di colore che varia dal giallo-verdastro, rossastro fino al bruno e al nero (per alcune varieta' orientali). Il sapore delle lenticchie varia a seconda delle dimensioni e del colore, ma generalmente le piu' gustose sono quelle a seme piccolo. Dopo la loro raccolta vengono essiccate: e' questo la forma piu' diffusa in commercio''.
''In Italia - continua la Cia - la loro coltivazione e' diffusa soprattutto in localita' ristrette di altopiano dove le condizioni di clima e di terreno conferiscono un alto pregio qualitativo al prodotto, come per esempio gli altipiani di Castelluccio di Norcia e di Colfiorito in Umbria, o quello di Leonessa nel Lazio. Le varieta' di lenticchie piu' diffuse, si dividono in due principali gruppi: a seme grande e a seme piccolo. Tra le piu' rinomate ci sono appunto quelle di Castelluccio, che nel 1997 hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento europeo di Indicazione Geografica Protetta (IGP). Molto conosciute e pregiate sono anche quelle verdi di Altamura, di Ustica in Sicilia e di Ventotene nel Lazio. Nel mondo - conclude la Cia - vengono apprezzate principalmente quelle rosse chiamate comunemente 'Egiziane'''.

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