di Fabio Sebastiani (Liberazione)
«Il Sindacato dei Pensionati della Cgil che rappresenta la generazione di lavoratrici e lavoratori che hanno combattuto per conquistare democrazia e libertà, non può che essere al fianco dei metalmeccanici e della Fiom, per la battaglia in difesa del diritto alla libertà sindacale, di rappresentanza e dei diritti e valori costituzionali». A portare la propria solidarietà alla Fiom è Carla Cantone, segretario generale dello Spi Cgil. Cantone, in una nota, sottolinea che «la Fiom non è e non sarà sola perchè la battaglia sui diritti conquistati con lotte e sacrifici e che ora si vogliono calpestare è un problema di tutta la Cgil, delle forze sociali e politiche che credono nella democrazia. Per queste ragioni deve essere anche una battaglia di tutto il sindacato italiano». «Occorre -conclude Cantone- respingere i violenti attacchi alla Fiom e alla Cgil, estendendo la mobilitazione per una forte azione di contrasto verso chi dentro il sistema delle imprese e nel Governo plaude all’estromissione della Fiom e quindi della Cgil dagli stabilimenti Fiat».
Finalmente qualcosa si muove in Cgil. A debita distanza dalle pastoie congressuale e dopo lo schiaffo di Sergio Marchionne, ma qualcosa si muove. Non è poco, considerato che l’uscita di Carla Cantone arriva all’indomani dell’intervista della segretaria generale della Cgil Susanna Camusso a Repubblica in cui sostanzialmente prende pijù di una distanza dalla Fiom all’indomani della firma dello scellerato accordo a Mirafiori.
Non è poco se si pensa che ciò che aspetta i metalmeccanici italiani è un “lento rosolamento” sul braciere del ricatto. Se c’è unan categoria importante della Cgil, quale quella dei pensionati, che in nome della democrazia e della difesa dei diritti scende in campo a fianco alla Fiom non può che fare bene. La Fiom non è più l’anomali. La Fiom non è più l’eccezione. Ciò per cui si sta battendo la Fiom, infine, è un valore che riguarda non solo chi veste una tuta blu ma tutti i cittadini italiani. E questo dopo la sortita di Marchionne è ancora più vero perché di fatto viene sconfitta la strategia della Cgil che mirava a “dividere i padroni”.
 

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