di Fabrizio Fattorini, Vicesindaco Città della Pieve - Il Governo nell’indifferenza generale sta varando una manovra finanziaria che andrà ad incidere profondamente nella situazione economica, e di conseguenza, nel modo di vivere di molte famiglie del piccolo e medio ceto sociale. Allarmante è il fatto che sarà smantellato completamente lo stato sociale e l’erogazione pubblica di servizi come i trasporti, la sanità, la scuola non sarà più garantita, per lasciar il posto al privato e alle sue logiche di mercato. Spesso la politica nazionale ci sembra molto lontana dalle nostre realtà così
da subirla passivamente, finchè poi improvvisamente scopriamo che il nostro comune taglia i servizi pubblici da anni garantiti e allora il letargo finisce. Ebbene come amministratore mi preme porre l’attenzione sulle conseguenze che le politiche nazionali porteranno nel nostro comune (come in tutti i comuni d’Italia) in quanto saremo negli anni futuri sempre più impossibilitati a rispondere alle esigenze dei cittadini, e questo, in nome di un’austerità dovuta dalla crisi economica che nonostante sia stata figlia delle speculazioni bancarie, verrà pagata a caro prezzo dai lavoratori, dagli studenti e dalle persone socialmente più deboli. L’amministrazione di Città della Pieve sta chiudendo il bilancio 2010 senza particolari problemi grazie ad una oculata gestione finanziaria ma, consci delle problematiche future, stiamo mettendo in campo delle iniziative in lunga
prospettiva per cercare di mantenere i servizi pubblici attualmente erogati evitando aumenti delle tariffe. I progetti di cui ci siamo occupati riguardano: la riappropriazione della gestione e della riscossione della Tarsu che porterà un risparmio di 50/60 mila euro; la ri-contrattazione delle tariffe con ENEL e Gas con notevoli risparmi; l’attuazione di un progetto per la produzione di energia alternativa; il riassetto organizzativo degli uffici comunali al fine di ottimizzare le risorse umane, la ri-organizzazione del “servizio pulmino” con un risparmio di 50 mila euro che al di la di alcune polemiche pretestuose, è volto a raggruppare le fermate per ottenere una riduzione del tempo impiegato per il tragitto complessivo che permette di allargare il percorso includendo nel servizio anche famiglie più lontane dal centro storico. Il nostro obiettivo è quello di mantenere la gestione pubblica dei servizi migliorandone l’efficienza, in contrasto con la logica nazionale che spinge gli enti locali ad esternalizzare i propri servizi con conseguenze molte volte non positive che portano ad un aumento delle tariffe,minore assistenza agli utenti e servizi di qualità discutibile. Il nostro impegno attuale e futuro sarà quello di trovare soluzioni di risparmio nei settori in cui questo è possibile senza andare ad
incidere sui servizi essenziali, speranzosi che i cittadini capiscano il difficile momento e qualora riscontrino dei problemi apportino contributi costruttivi. Vorrei concludere ricordando la difficile situazione occupazionale
dell’Umbria dove le imprese ad aver chiuso sono numerose e nemmeno il nostro comune ne è esente (soprattutto nel settore edile che è stato per anni motore dell’economia locale) con il problema delle non riassunzioni dopo la cassa integrazione che richiedono la necessità di fondi integrativi per il sostentamento, risorse ad oggi difficilmente recuperabili ma per le quali il Comune sta cercando di trovare i soldi.

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