Sono oltre tre milioni le ore di cassa integrazione - tra ordinaria, straordinaria e in deroga - registrate al 30 settembre 2010 nelle aziende della provincia di Terni, quasi il doppio rispetto a quelle registrate in tutto il 2009 (1.594.883): numeri, questi, che sono stati diffusi oggi nella conferenza stampa di fine anno del segretario provinciale della Cgil di Terni, Lucia Rossi. La Rossi ha avanzato alcune proposte per affrontare il nuovo anno di fronte a ''una crisi che, purtroppo, e' destinata a durare e che non consentira' a breve un' accelerazione generalizzata del tasso di sviluppo'', con l'esigenza di ''riaffermare la centralita' del ruolo del sindacato come attore sociale protagonista rispetto alle politiche di crescita''. La preoccupazione della Cgil riguarda il fatto che ''negli anni passati l'occupazione si e' generata prevalentemente nella piccola impresa e nel terziario, settori nei quali risulta piu' difficile garantire la tutela individuale e collettiva dei lavoratori e dove, nel corso di questi mesi, si e' resa evidente la crisi in atto con l'utilizzo della cassa integrazione in deroga senza alcuna contrattazione. Inoltre - e' stato evidenziato ancora - i dati a disposizione indicano una flessione del tasso di sviluppo in Umbria e le politiche messe in essere dalla programmazione regionale dovranno porsi l'obiettivo di aggredire i fattori di debolezza evidenziati quali ostacolo allo sviluppo sia sul versante infrastrutture, ma anche e soprattutto in termini di rafforzamento e dei centri di ricerca in grado di supportare le necessita' di innovazione di prodotto e di processo delle imprese umbre''. Tra le proposte per il nuovo anno avanzate dalla Cgil ci sono, oltre all'ipotesi di una marcia per il lavoro da tenere all'inizio del 2011, la revisione del patto di territorio, con la richiesta al governo di nuove risorse, un accordo di programma per la chimica, in relazione alla vertenza della Basell, e la revisione del protocollo appalti. Quanto alla questione del welfare, la Rossi ha spiegato che ''il piano sanitario e il piano sociale regionali insieme alla legge regionale sulla non autosufficienza hanno dato un contributo importante ma il quadro delle risorse disponibili o, meglio, delle risorse non disponibili, rischia di vanificare il modello che l'Umbria si e' data. Il sindacato continuera' nell'azione di confronto e monitoraggio, di proposizione e di alleanze per consentire, in un percorso condiviso, la costruzione di politiche sociali volte a tutelare i bisogni di tante persone a cui servono risposte certe''. Sulla questione dei rifiuti, infine, la Cgil, anche alla luce delle polemiche sollevate da associazioni ambientaliste e da alcuni istituzioni sul piano regionale dei rifiuti, ''chiede alla Regione se vi siano elementi oggettivi che prefigurino la necessita' di una revisione del piano ed in particolare se e' riconfermato il contesto impiantistico previsto dal piano e il principio di autosufficienza d'ambito''.

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