Meredith/ Le reazioni delle parti in causa sulla riapertura dell'istruttoria
PERUGIA - Sono scoppiati in un pianto liberatorio, Amanda Knox e Raffaele Sollecito, dopo aver ascoltato la decisione della Corte d'assise d'appello di Perugia di riaprire l'istruttoria dibattimentale e disporre una nuova perizia sulle tracce di Dna isolate su coltello ritenuto l'arma del delitto di Meredith Kercher e sul gancetto di reggiseno della vittima. Raffaele ha poi rivolto un sorriso a uno dei suoi legali, l'avvocato Luca Maori.
Erano visibilmente soddisfatti dopo l'udienza di oggi Francesco Sollecito, il padre di Raffaele, ed Edda Mellas, la madre di Amanda Knox. Entrambi sorridenti quando lasciano l'aula.
'E' una vittoria della giustizia e della verita' - ha detto Francesco Sollecito -, finalmente si ricomincia con elementi nuovi. Mi fa pero' specie che un presunto colpevole debba insistere tanto perche' si faccia chiarezza degli elementi a suo carico''. ''Finalmente una buona giornata - il commento della Mellas - una buona notizia''.
Passando ai legali, parla di ''svolta processuale estremamente positiva'' l'avvocato Giulia Bongiorno, uno dei difensori di Raffaele Sollecito. ''Una svolta processuale - ha aggiunto il legale - che la difesa Sollecito da anni invocava. Ben vengano i nuovi accertamenti perche' finalmente verra' alla luce che la verita' non e' quella cristallizzata nella sentenza di primo grado''.
Ancora più esplicito l’altro legale di Sollecito, l’avvocato Luca Maori: "Finalmente, dopo tre anni, comincia il processo", ha affermato parlando con i giornalisti al termine dell'udienza di oggi che si e' espresso parlando anche di "grande vittoria",
"Ritengo - ha aggiunto - che la Corte abbia finalmente capito quali sono le ragioni per le quali ci siamo battuti dal primo momento e, cioe', dimostrare l'assoluta innocenza di Raffaele e la sua totale estraneita' ai fatti. Con l'ordinanza di oggi la Corte d'assise d'appello di Perugia ha stabilito quello che noi abbiamo sempre sostenuto: l'impianto accusatorio di primo grado altro non e' che un gigante con i piedi di argilla".
Più prudente e contenuto nei suoi giudizi l’avvocato Luciano Ghirga, uno dei difensori di Amanda Knox, secondo il quale è un ''passo importante'', una ''vittoria nella ricerca della verita''', ''ma – ha aggiunto - non avremmo perso se le richieste fossero state rigettate...''.
''La Corte - ha affermato Ghirga - cerca di rendere piu' certi alcuni elementi indiziari dai quali si risale ai responsabili o agli innocenti. Solo questo era di fondamentale importanza: rendere piu' certa possibile la prova scientifica. Era un obiettivo comune a tutti. La Corte di primo grado l'ha risolto internamente, questa con il ragionevole dubbio che vuol dire inviolabilita' del diritto costituzionale di difesa. Il ragionevole dubbio e' quello che lascia spazio all'insufficienza di prove''.
''Non abbiamo vinto nulla'' ha ribadito l'avvocato Ghirga. ''C'e' la liberta' di Amanda - ha aggiunto - e c'e' Meredith che e' morta tragicamente. Questo e' un mezzo piu' utile per rendere piu' certi gli elementi scientifici. Non e' una vittoria di parte, e' una vittoria nella ricerca della verita'''.
Una tesi, come vedremo, molto vicina a quella espressa dall’avvocato Francesco Maresca, legale di parte civile rappresentante della famiglia Kercher.
''Vittoria della difesa? No, e' una vittoria della verita''', a sostenuto anch'egli. ''La Corte - ha spiegato - vuole arrivare fino in fondo a questi accertamenti. Se ha dei dubbi fa bene a toglierseli. Vedremo i periti che cosa diranno. Ci sono tutte le altre questioni - ha concluso Maresca - che sono state rigettate e quindi la sentenza di primo grado e' stata confermata''.
Infine il pubblico ministero Manuela Comodi, che non ha nascosto di non condividere la decisione della Corte, perché – ha commentato - "si poteva arrivare a una sentenza anche senza disporre nuove perizie".
Manuela Comodi ha anche parlato di "ordinanza che difetta di motivazione" poiche' il collegio "non ha detto perche' e' stato disposto l'esame".
"Accolgo comunque positivamente la decisione di disporre la perizia - ha affermato ancora il magistrato - perche' questa non potra' che confermare l'operato della polizia scientifica e, finalmente, finira' il tormentone sui presunti errori, che non ci sono mai stati".

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