Una buona notizia. Non saranno licenziati in Umbria i circa 200 medici e gli altri precari che lavorano a vario titolo nella sanità. E potranno inoltre essere regolarmente stabilizzati.

Questo deriva dall’accordo sul federalismo fiscale raggiunto ieri da Governo e Regioni.

Si è sancito infatti che il blocco del turn over e il taglio del 50% della spesa per i precari, stabiliti dal Governo nella manovra di luglio, non si applicano agli Enti del Ssn delle Regioni che non sono interessate ai piani di rientro.
E per fortuna l’Umbria, come è noto, è una regione virtuosa con i conti in ordine.

L’Umbria potrà così tranquillamente programmare i piani occupazionali sulla base delle reali esigenze dei servizi, senza vincoli esterni. Così da raggiungere obiettivi ambiziosi come l’abbattimento delle liste d’attesa, l’internalizzazione di alcuni servizi, ed il miglioramento della qualità di tutte le prestazioni. Insomma il rafforzamento del sistema sanitario pubblico.

Le criticità da affrontare in Umbria, relativamente al precariato, riguardano molto i medici. Si pensi che ci sono medici precari che svolgono lo stesso lavoro nello stesso posto da 7-8 anni! Se servono non si possono non assumere.
Ma la precarietà riguarda anche altre figure professionali, in particolare: gli operatori socio-sanitari, gli autisti soccorritori del 118, i lavoratori interinali.

Questa intesa è un risultato anche della battaglia della Fp-Cgil e della Fp-Cgil Medici, nell’ambito della campagna più generale della CGIL contro il precariato, a difesa della sanità pubblica e dei diritti di chi quotidianamente vi opera.

 

Nicola Preiti, Segretario Nazionale FP GGIL Medici
Vanda Scarpelli, Segretaria Generale FP CGIL Umbria

 

 

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